top of page

Musei e Gallerie

Art Galleries, musei e spazi espositivi. Luoghi pubblici e privati del mondo della cultura

"Voltati, Bianca"

di Martina Pazzi

Si volta verso l’osservatore, che, curioso, la scruta, collegando gli ideali puntini propri delle leggi di unificazione figurale che dagli stilemi floreali della gonna verde giungono ai motivi decorativi della teiera che tiene in mano, Bianca Bocchi, figlia del pittore Amedeo, che la ritrae in un ciclo di oli su tela datato agli anni Venti del secolo scorso. Lo fa Bianca, ignara, forse, della teoria della Gestalt che poggia sul

principio della pregnanza o buona forma:

AMEDEO-BOCCHI-Ritratto-di-Bianca_.jpg

Ritratto di Bianca, Amedeo Bacchi 1923

una forma regolare, la sua, simmetrica, stabile, singolare, un punto di discontinuità rispetto alle forme di quel tipo, e, dunque, un riferimento rispetto al quale altre configurazioni sono considerate mere deviazioni. Capello castano corto, a rivelare sensualmente il collo, le pietre aguzze e verdi degli occhi, il naso e le labbra pronunciati, spigolosi. E poi una teiera, attentamente sorretta con le mani, nell’atto di addentrarsi in stanze che riecheggiano i modelli seicenteschi della pittura olandese. Una moderna Giuditta di klimtiana memoria – Bocchi doveva essere stato colpito dalle opere di Klimt, che aveva avuto modo di vedere alla Biennale di Venezia nel 1910 –, dalla pelle diafana in netto contrasto con l’ambiente circostante, in penombra, e dalla posa naturale – il fianco destro leggermente sollevato – che risente della temperie modernista.

E neoclassica. Nonostante sia un dipinto del 1923. Ricerca effetti di solidità e stabilità, di solennità e rigidità, di quiete, nonostante celi sentimenti intensi – un mare a primo acchito calmo, piatto, burrascoso nel fondale –: come i bozzetti in terracotta di Canova, Bianca è dotata di audacia, immediatezza, spontaneità, di vitalità quasi palpitante. La si può vedere con l’immaginazione, e non solo con gli occhi: «con l’ideale – scriveva Mengs – intendo ciò che si vede solo con l’immaginazione, e non con gli occhi; così un ideale in pittura si fonda sulla selezione delle cose più belle di natura purificate da ogni imperfezione». Bianca, come una nuova Elena. Esposta, temporaneamente, in un museo. Un museo, che, per dirla con Angela Vettese, pare aver assunto un enorme potere: «quasi soltanto questi contenitori, che sono diventati i luoghi in cui una società sempre più laica celebra il proprio senso del sacro, sono in grado di sancire anche soltanto con l’acquisto o l’esposizione temporanea di un oggetto il suo valore di opera». Opera che, per divenire immortale, deve, come sosteneva Giorgio De Chirico, «superare i limiti dell’umano senza preoccuparsi né del buon senso, né della logica», distruggere «la monotonia del tipo, la schiavitù della moda, la tirannia delle abitudini, e l’abbassamento dell’uomo al livello della macchina», secondo Oscar Wilde. È, in definitiva, per Leo Longanesi, «un incidente dal quale non si esce mai illesi».

M PAZZI DSC_2759.jpg

"Cento capolavori dell'Accademia Nazionale S.luca - Perugia, Palazzo Baldeschi e Palazzo Lippi Alessandri 

Un’esposizione di pregio e di rigore filologico, dal titolo ‘Da Raffaello a Canova, da Valadier a Balla. L’arte in cento capolavori dell’Accademia Nazionale di San Luca’ (presieduta da Gianni Dessì), allestita in Perugia, a Palazzo Baldeschi e a Palazzo Lippi Alessandri, dal 21 febbraio scorso al prossimo 4 novembre racconta di Bianca e di altre novantanove dipinti, sculture, disegni architettonici, bozzetti preparatori, di mano, fra gli altri, di Raffaello, Bronzino, Pietro da Cortona, Guercino, Rubens, Wicar, Hayez, Giambologna, Canova, Valadier, Balla, a documentare la produzione artistica fra Quattro e Novecento. Capolavori provenienti dall'Accademia Nazionale di San Luca di Roma, una delle più antiche istituzioni culturali italiane per l’insegnamento e la promozione delle arti: degno di nota, il dialogo polifonico che la mostra propone con la realtà artistica perugina e umbra tout court. Alcune delle opere appartenenti alla collezione dell’Accademia, infatti, entrano in sinergia con la Collezione Marabottini esposta permanentemente a Palazzo Baldeschi – è il caso della produzione di Jean-Baptiste Wicar – e con capolavori di storiche istituzioni perugine, come l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci. Restaurate a cura dell’Associazione Forte di Bard, che le ha recentemente presentate nella sua sede in Valle d’Aosta, salvaguardate e sistematizzate, anche grazie a un sostegno per la ristrutturazione dei depositi dell’Accademia, dalla Fondazione CariPerugia Arte, le cento opere provenienti da San Luca sono state sottoposte ad un lavoro costante di scavo, ricognizione e studio, rendendo fruibile al pubblico il patrimonio artistico dell’istituzione romana, prima con la mostra valdostana e, poi, con questa perugina in un ideale anello di congiunzione fra l’Urbs e l’antica Perusia. La temporanea, curata da Vittorio Sgarbi, è frutto della proficua collaborazione fra la Fondazione CariPerugia Arte e l’Accademia Nazionale di San Luca ed è seguita, passo passo, da un raffinato catalogo editato da Fabrizio Fabbri, che ne esamina le opere mediante schede scientifiche di pugno di specialisti e di critici d’arte, oltre che da testi dello stesso curatore e del segretario generale dell’istituzione romana, Francesco Moschini, che vi traccia, con piglio storico, una panoramica dell’Accademia. Un’operazione espositiva, questa, come scrive Francesco Moschini nel catalogo, volta a portare «l’Accademia fuori dall’Accademia», traghettando fuori dai suoi confini cronologici un’idea elaborata dal pittore bresciano, attivo a Roma, Girolamo Muziano – non è un caso che il seicentesco Ritratto di Girolamo Muziano, attribuito a Giuseppe Ghezzi, sia stato collocato ad apertura della mostra –, che ha saputo convertire l’eredità delle Università, al tramonto degli anni Settanta del Cinquecento, nella prima accademia romana del disegno per pittori e scultori, nucleo di quella che sarà, poi, l’Accademia di San Luca, originatasi dall’antica Università delle Arti di Pittura di Roma, e passando anche attraverso il trasferimento della chiesa di San Luca a quella di Santa Martina al Foro Romano, la fondazione dell’istituzione da parte del primo Principe, Federico Zuccari nel 1593 e l’approvazione dei primi Statuti nell’anno 1607. «La mostra ci permette – afferma ancora il segretario generale dell’istituzione romana – di comprendere possibili, probabili ampliamenti di una futura, straordinaria Galleria accademica che possa tener conto dell’incremento, nel corso del tempo, della collezione e, contemporaneamente, dell’evoluzione degli spazi espositivi in cui si trovavano le opere, dalla sede storica di via Bonella al Foro Romano, fino all’attuale ridefinizione degli spazi espositivi di Palazzo Carpegna, il cui allestimento è ancora in via di completamento, senza dimenticare il prezioso nucleo di dipinti proveniente dalla Pinacoteca Capitonale e andata smarrendo, almeno se guardiamo al carattere identitario dei musei nazionali di tutto il mondo con il loro criterio storicistico, troppo spesso catastale e notarile per la loro vocazione didattica, come si conviene a un museo pubblico». «Mi sono chiamato – è stata l’exhortatio di Vittorio Sgarbi, nel saggio da lui curato per il catalogo della mostra – (…). L’Accademia Nazionale di San Luca ha lo scopo di promuovere le arti e l’architettura, di onorare il merito di artisti e studiosi, eleggendoli nel Corpo accademico, di adoperarsi per la valorizzazione e la promozione delle arti e dell’architettura italiane (Statuto 2005, articolo 1). Presidenti, meglio, Principi e amici, Fabrizio Clerici, Venanzo Crocetti, Nicola Carrino, Leonardo Cremonini, Paolo Portoghesi, e alcuni molto vicini e affini, ho sempre sofferto, considerandomi buon interprete dell’articolo 1 dello Statuto, di non essere mai stato chiamato fra gli Accademici di San Luca, anche corrispondenti, nella classe degli storici dell’arte, ben rappresentata. Non ho mai capito perché, se non come una ingiustificata penitenza, avendo anche promosso, in qualità di presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, la riforma delle Accademie e dei Conservatori. Niente da fare. Nessuna chiamata. E allora mi sono chiamato, agitando l’idea presso gli amici del Forte di Bard in Valle d’Aosta, consigliere Gabriele Accornero, di far conoscere l’imponente collezione in una antologia ricca e sorprendente, fuori di Roma, e con una puntuale e rinnovata catalogazione (…). Le nobili sale dei palazzi Lippi Alessandri e Baldeschi a Perugia accolgono ora, in ordinata sequenza, alcune pitture e sculture, tanto notevoli quanto poco viste, della gloriosa Accademia di San Luca che, a Roma, ne espone con stabile selezione in luminose sale espositive insufficienti a contenere il numero esorbitante di opere conservate nei depositi. Doni di investitura, di Principi e di Accademici, come Pietro da Cortona (che riproduce i Baccanali di Tiziano, e progetta la chiesa di San Luca e Martina di cui resta la maquette lignea), Maratti, Angelika Kauffmann, Canova e Thorvaldsen. E anche notevoli lasciti di Accademici, perché gli allievi imparino. Con provenienza da collezioni illustri come quella dei Barberini e del Barone Lazzaroni con rare problematiche tavole (…)». E, proprio dalla collezione Lazzaroni, proviene una delle opere ‘più seducenti dell’Accademia’, secondo Vittorio Sgarbi: La tentazione di Paris Bordon «con le figure affiancate, di lontana ascendenza giorgionesca». Seducente, sensuale, vitalistico – un trionfo d’amore – anche il bozzetto che reca la firma di Rubens, con Le ninfe che incoronano la dea dell’abbondanza. Abbondanza di matrice raffaellesca, infine, nella ‘purissima’ Madonna con il Bambino che le porge un frutto di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato: dall’espressione trasognata della Vergine allo sguardo dialogante con l’osservatore di Gesù, il binocolo dell’attenzione focalizza sulla meletta proporzionata alla piccola mano, rosata come la guancia del putto, gioiosamente succulenta e generosamente porta.

Inserisci la tua email per ricevere la newsletter di AARTIC, contenuti selezionati di Arte, News, Eventi e Mostre

Congratulazioni! Ti sei iscritto

CROWDFOUNDING

Per AARTIC

l'"Opera non fatturabile" 

di SANTOLO DE LUCA.

Tre splendidi dipinti esclusivi per la nostra vetrina crouwdfounding.

Inoltre, i tappeti natura di PIERO GILARDI, un disegno di ALDO DAMIOLI e le foto di BETTY ZANELLI. 

Per ogni informazione scrivete a: a.a.r.t.iniziativeculturali@gmail.com

...leggi di più

Articoli Recenti

16^ Edizione Biennale Architettura

di Anna Rubbini

20180524_173559.jpg

Eccezionalmente affidata alla cura di un duo femminile Yvonne Farrell e Shelley McNamara, fondatrici del rinomato e consolidato studio di architettura Grafton...continua a leggere>

Nuove emozioni di Lorenzo Quinn sul Canal Grande

di Anna Rubbini

La-Forza-della-Natura-Lorenzo-Quinn.jpg

Dopo il successo di “Support”, ...nuova bellezza con altre due opere dello stesso Quinn “La Forza della natura” e “Volare” . continua a leggere >

Le mani si mettono in viaggio

di Anna Rubbini

_Support_LQ.jpg

Un viaggio programmato quello dell’opera < Support > di Lorenzo Quinn, per portare nel mondo, a partire dalla sua amata Venezia, ...continua a leggere>

Da Venezia un esclusivo fuori Biennale, alla presentazione dell'opera <Support> LORENZO QUINN  ci racconta il suo lavoro continua a leggere >

 di Anna Rubbini

"Quattro artisti per un critico"  

Porter Ducrist

In questo numero il giovane critico Porter Ducrist presenta quattro artisti, proposti in una serie di mostre monografiche nello spazio dal nome ideale ... ,continua a leggere >

"La paura fa '90...ancora."  

Santolo De Luca

…Stiamo parlando di un decennio caratterizzato da nuove e diverse istanze politiche, la rivoluzione digitale, la globalizzazione. continua a leggere >

"La paura fa '90...ancora." -Secondo capitolo

Santolo De Luca

… L’esempio più significativo che testimoniava negli stessi anni, tale cambiamento della figura del gallerista, fu senz’altro l’avvento operativo  dell’imprenditore Charles Saatchi . continua a leggere >

"La pictografia, un modus imitandi unico al mondo" di Martina Pazzi

Un tempo c’era la mano del falsario, dietro un intento imitativo. C’è ancora oggi, certo. Ma, a partire dal 2000, anno in cui i fratelli tifernati ... continua a leggere

Leonardo "Il genio Universale a Roma" - Martina Pazzi

“Come accade per quasi tutte le parole, nella latitudine

semantica della parola arte convivono oggi usi e significati databili a epoche diverse...

 continua a leggere

" La pittura di Aldo Damioli " 

di Vera Agosti

Aldo Damioli è un artista che crede nell'immagine e nel suo potere di attrazione e fascinazione sullo spettatore. Per questo la difende, andando... continua a leggere

"Constellation" - Melissa McGill

di A.R.

Non ho ancora avuto la fortuna di vedere quest’opera se non attraverso il web e attraverso i racconti di Melissa McGill: una “creatura”, o creazione, che... continua a leggere

Renzogallo: opere tra pensieri, storia,spazio

di Aldo Iori

Tra le fine degli anni sessanta e primi settanta Renzogallo si forma nel clima artistico italiano e internazionale in cui diviene, sempre con forza e costanza intellettuale, attivo... continua a leggere

I Ritorni - di Giuseppe Salvatori 

Da Artista, ciò che mi ha sempre colpito e affascinato nella ceramica popolare italiana degli anni ’50 e ’60, e a cui per molto tempo non ho saputo dare un perché, è l’evidente e irrisolto ... conntinua a leggere>

Sonia Di Pietro di Vincenzo Casali

Sonia, italiana di Pavia, vive da alcuni anni a Barcellona -una città scelta per l’ammirazione e l’affinità con la sua vivacità sociale, intellettuale e creativa- dove ha curato tra le altre cose l’allestimento degli spazi... continua a leggere

Cà Zanardi Tra i Sensi di Secret Venice

 di Silvia Ferrara

Un importante evento artistico, giunto alla quinta edizione con successo, intitolato "International Art in Venice - Secret Venice" è stato ideato dall'artista Fausto Brozzi ... continua a leggere

Se apprezzi il nostro lavoro sostieni l'associazione aARTic con una donazione
Dona con PayPal
bottom of page