Fotografia
I mille volti del Pratello
di Claudia Stritof
Scriveva Emidio Clementi ne La notte del Pratello in merito all'omonima via di Bologna: «strada di schiavi e di puttane. Di protettori e ladri di polli. Di mangiatori di topi. Anche di gatti, ovviamente. Origini oscure. Suburbia. Suburbia anche dopo, una volta inglobata alla città. Addossata alle mura. Terrorizzata dai mutamenti. Quasi campagna e quasi città. Rifugio di giocatori d'azzardo, esperti in truffa alla francese, preti, uomini arrapati, alcolizzati, cacciatori di topi, spie, travestiti. Fame perenne. Regno del precariato. Indolenza».
Il Pratello tra le più vivaci e popolari vie della città nel corso dei secoli ha vissuto destini alterni: aperta campagna, zona popolare annessa alla città, sede di lotte studentesche e commemorazioni, di manifestazioni e luogo di svago. Una via breve, ma che in sé racchiuse l'essenza di una città e che tramanda le storie di chi l'ha vissuta, di chi ormai non c'e più, di chi vi è rimasto e l'ha vista cambiare. Molti i destini che si sono incrociati sotto i bassi portici del Pratello e che hanno dato vita ad eclettiche realtà culturali e sociali, tra queste impossibile da non citare Radio Alice, una delle prime radio libere italiane, mentre gli anni ottanta hanno visto la nascita del Gran Pavese Varietà, luogo di incontro e formazione per numerosi comici bolognesi.
Dalla chiesa di San Francesco con la sua popolare piazza, si prosegue su via del Pratello, dove numerose sono le immagini sacre alternate ai murales, fino a raggiungere la chiesa di San Rocco, edificata a ridosso delle mura a protezione della città. Nella via ha vissuto il pittore Giuseppe Maria Crespi, mentre il n. 57 di via Pietralata ha dato i natali al musicista G. B. Martini e sempre in quest'ultima strada nasceva la prima sede del Cinema Lumière (1984).
L'odore inebriate di piatti caserecci preparati nelle osterie al mattino cede il passo agli odori della notte con il sopraggiungere dell'imbrunire, quando la strada inizia ad animarsi di giovani e meno giovani che popolano le numerose birrerie, bar e spazi culturali i quali corrono uno dietro l'altro senza soluzione di continuità. Un luogo vivace e multietnico, in cui condividere chiacchiere e incontrare ogni sera nuove persone, mentre si beve una birra, si ascolta un concerto live o si assiste ad un evento teatrale.
Descrivere il Pratello non è facile, perché molti sono gli eventi che ogni giorno vivacizzano la strada, e a raccontare la sua quotidianità ci pensa la mostra Pratello fotografia, una collettiva nata un po' per gioco sul gruppo facebook della social-street, ma che immediatamente ha ricevuto molti consensi e adesioni. Socialità ed uguaglianza sono forse le parole che più caratterizzano questa esposizione a cui tutti hanno partecipato, dai professionisti ai fotografi amatoriali armati di smartphone, compatta o reflex. L'esposizione ha coinvolto diciassette locali della zona, che entusiasti hanno deciso di trasformarsi in temporanee gallerie d'arte, partecipando anche alla selezione delle immagini. La mostra iniziata l'11 novembre proseguirà fino al 17 gennaio 2016 e per l'occasione, con alcune delle immagini più belle è stato realizzato un calendario fotografico a tiratura limitata che si può trovare nell'edicola del Pratello, mentre sul sito www.pratellovillage.it è disponibile un catalogo digitale scaricabile gratuitamente, oltre alla lista dei locali aderenti all'iniziativa.
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