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Una risposta ad un profondo cambiamento


di Silvia Ferrara



La natura della nota fiera d’arte contemporanea Artissima è sempre più trasversale e già nel 2019 abbiamo assistito alla nascita di un ricco programma espositivo collaterale alla domus principis. (Fra questi cito "Love is the Message, the message is death"di Arthur Jafa). Nel 2018 inoltre Artissima ha compiuto 25 anni e in tale anniversario ha presentato la sezione Sound dedicata ad indagini sonore, volte a creare singolari commistioni tra arti differenti.

Anche quest'anno, come già da alcuni, la direttrice è Ilaria Bonacossa , poliedrica appassionata d'Arte che durante la sua inarrestabile carriera ha curato eventi di fama internazionale come, ad esempio, il progetto di Sigurdartottir presso il Padiglione Islanda alla Biennale di Venezia.

Nel 2019 la partecipazione di molte gallerie d'arte italiane ha fatto capire come ci sia un desiderio del tutto italiano di donare all'Arte il giusto valore, un'intensa specificità.

Il tema di Artissima di quest'anno si basa sul cambiamento della nostra società e su come il pubblico abbia accolto le piattaforme digitali. Elisa Troiano, co-founder della cripta 747, ha creato dei Talkies con la direttrice Bonacossa ed in particolare cito le "passeggiate virtuali" all'interno della Gam. Tra i vari artisti segnalo Giuseppe Mulas e Andrea Montanari: "le mani che applaudono" di quest'ultimo sembrano essere un filtro tra la tela e la realtà.

Gli artisti presenti alla Gam, e comunque nel progetto "Stasi Frenetica" hanno tutti il grande desiderio di trascendere dalle barriere fisiche e approcciare ad una dimensione Altra. Tra le sedi espositive che accolgono il progetto ricordo Palazzo Madama e il Mao.

L'edizione annuale di Artissima, dunque, ha dovuto reinventarsi per regalare al pubblico la possibilità di capire come il sistema dell'Arte reagisse a questo profondo "cambiamento".

Le piattaforme online costituiscono un'importante risposta alla stasi del momento e offrono la possibilità sia ai collezionisti che agli esperti di farsi accompagnare da voci che raccontano l'arte contemporanea. Così commenta la direttrice Bonacossa: "All'inizio dello shutdown abbiamo concepito un canale instagram intitolato Genealogia, dove gli artisti italiani hanno nominato altri artisti del passato per creare una sorta di albero genealogico". Dunque si è mantenuta un'Isola di creatività e un importante connubio tra un mondo virtuale e uno più reale.

Tra i progetti che si inaugureranno durante il mese di Dicembre, indico "Stasi Frenetica", realizzato in collaborazione con Artland e che attualmente può essere visitata grazie a stanze virtuali che illustrano le 158 opere partecipanti. La direttrice di Artissima ha sottolineato come il titolo dei progetti espositivi "Stasi frenetica" inviti a riflettere sull'idea di contrapposizione tra un'accelerazione e l'inerzia del momento e sulla necessità di cercare importanti risposte al periodo attuale così difficile.

Nell'edizione online di Artissima la sezione “Present” è curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner, “Back to the Future” da Lorenzo Giusti e Mouna Mekdar e “Disegni” da Letizia Ragaglia e Bettina Streinbugge. Riguardo la sezione Disegni, ho potuto constatare che le curatrici hanno cercato di selezionare artisti che hanno "riscritto"in parte la storia dell'arte conducendo il fruitore in una dimensione ancora sconosciuta , seguendo un cammino sperimentale.

Durante la conferenza del 26 novembre tenutasi da Letizia Ragaglia, e con la partecipazione della Bonacossa, ho potuto ammirare le opere degli artisti scelti per “Disegni” e tra questi Ivana Spinelli: dal 1972 segue studi sulla protofilosofia e in particolare ci racconta attraverso le sue opere come il Segno abbia un'importanza determinante. Simboli ideogrammatici, di frequente cuneiformi, diventano elemento funzionale per creare opere bi- e tri-dimensionali che richiamano pensieri profondi.

Tra gli altri artisti scelti ricordo Monica Bonvicini e Zehra Doghan, entrambe molto conosciute, di differenti origini (la Bonvicini italiana e la Doghan curda), che in modo molto differente hanno proposto opere che narrano l'identità di genere e il rapporto dell'uomo con la società odierna.

Così commenta Elettra Stamboulis, approfondendo una recente mostra personale di Dogan: “Lei segue quella via positiva di sguardo al mondo che ci indicava anche il poeta turco Hikmet, nato a Salonicco nel secolo scorso, quando scriveva ‘I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti’: proprio per questa sua visione del mondo è considerato una guida spirituale’.”



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