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SANTOLO DE LUCA - SETTIMO: NON RUBARE

di Alice Rubbini











È una questione di principio! E forse anche di rispetto. Ce lo insegnano da piccoli, e lo dicono da millenni. Appartiene a tutte le religioni, appartiene alla coscienza del mondo, una legge scolpita su una tavola di marmo!

Non è un problema di possesso, è un problema di prevaricazione. E’ un gesto che tiene in sé una serie di sfumature quantitative e qualitative davvero enormi, prima fra tutti è il consapevole atto di forza e di violenza, di autodeterminazione del diritto di proprietà. Ogni livello economico e sociale, intellettuale e politico, può essere vittima e carnefice, perché il possesso non è solo un bene di diritto e la ricchezza non conosce limiti, in particolar modo quelli morali.

Non rubare significa essere padroni delle proprie forze, consapevoli delle proprie energie, né più scaltri, né meno. I sentimenti non si dominano, né si comprano, eppure si rubano! Perché rubare non è solo un atto oggettivo, si può rubare la libertà (fisica e mentale), e con essa la dignità; si possono rubare lacrime e sorrisi e la speranza, e con loro il cuore e l’intimità, e questi sono i crimini più grandi. Non esiste niente di più estremo, coattivo e subdolo atto che l’uomo possa perpetrare.


Eppure, da sempre, serve qualcuno che lo ricordi (a qualcuno), perché l’assuefazione è la droga dei popoli, di quelli abituati a rubare ed ad essere derubati, senza nemmeno accorgersi che entrare nelle maglie del meccanismo globale non sempre è positivo o disinteressato.

Direte, “ma tutto questo cosa c’entra con l’Arte?”. Da quando l’Arte è conoscenza e consapevolezza, è messaggio esplicito e ancor di più subliminale. Da sempre è comunicazione e infinito insegnamento, è provocazione e ponderazione: questo c’entra! E questo è quello che si distingue nel lavoro di Santolo De Luca.



Nella sua ricerca testuale, come nella riflessione indagatoria e graffiante sull’Arte, la cultura, la politica e i media, che De Luca sviluppa anche sulla rivista online Aartic (attraverso più capitoli: https://www.aartic.info/single-post/la-paura-fa-90-ancora-1-capitolo), e come e sempre, nella sua opera pittorica, lo studio, la figurazione, la tecnica, le superfici, lo stile, l’evoluzione del suo personale e seducente concettualismo pittorico camminano a pari passo con la trasformazione della percezione della vita, con la quotidianità, con gli eventi che accrescono o contraggono le dinamiche del mondo.

Critica e dileggio stilizzano i codici visuali sintetizzando quello che è l’essenza del Medialismo (… movimento artistico italiano iniziato negli anni ‘90, nonché storicamente l’ultimo, formato da due componenti significative: il Medialismo analitico, con Maurizio Cattelan tra gli altri, e il Medialismo pittorico, in cui emergeva proprio Santolo De Luca “…ndr). L’artista napoletano, sempre coerente e unico nel suo metodo espressivo, che mai rinnega la sua cifra assolutamente distinguibile, in questa particolare occasione agisce con le parole e la materia, il pigmento, il disegno, la forma.



Divide questo suo progetto in due sezioni, due punti di vista, perché l’insieme non è un discorso sul tubetto, bensì si parla del contenuto, della “materia prima”, che riguarda Santolo, e qualcun altro. … “Il colore materiale non rappresenta nient’altro che sé stesso nel suo colore di nome e di fatto”, (sue testuali parole), “non si tratta più di stendere il colore ma di dipingere il colore, e in certi casi, talvolta, disegnarlo, pur se in genere, si colora il disegno e non si disegna mai il colore”, “perché è il colore che si nega all’immagine ma non rinuncia a colorare se stesso … dipingendosi addosso”.



Le sfumature sono infinite, come i rimandi e giochi di parole, le assonanze verbali e figurative, l’ambiguità semantica, prendono forma e volume, restituendo dimensione  e voce.  

Il rosso è rosso, il nero è nero!, in tutte le lingue del mondo. E’ il pensiero a dominare la superficie, è l’estetica ad accompagnare lo sguardo, è il titolo ad immergerci nell’opera. Il concetto assume una forma accessoria, perfetta e bella nella sua esplicita dichiarazione, ma seducentemente accattivante nella sua affermazione. Sì perché il concetto non è solo figurazione in De Luca, i titoli sono il contatto tra noi e lui, la mano tesa alla definizione del suo lavoro, la porta che si apre sulla sua sagace creatività, l’energia che muove il suo mondo, è input, sorgente intellettuale ed emozionale.



Crediamo di aver visto tutto guardando e invece abbiamo visto tutto sapendo, mediati dalla suggestione, visiva e verbale, osservando oltre la pittura, oltre il disegno, al quel unicum che è l’immagine ed il suo titolo, attraverso la sottile e penetrante ironia che contraddistingue l’artista, la formale attenzione per i dettagli, l’esclusivo creare volume e tridimensionalità, la luce intensa ed il colorismo deciso, che continuano ad essere parte forte e imprescindibile del suo stile.

 

Alice Rubbini, ottobre 2024 

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