PULZE - RICHIAMI DALLA GERMANIA
- Alice Rubbini
- 17 feb 2024
- Tempo di lettura: 5 min
di Alice Rubbini

Richiami dalla Germania, questa esclusiva mostra di Pulze, trascende dalla sua figurazione più nota, dalle città attraversate da persone senza volto, accompagnate da un angelo dall’abito scuro e dalle ali candide, che appare e conduce o che cerca quell’io solo, quell’io esasperato dalla quotidianità. Queste opere sono una dedica, che nasce ispirata da essenziali riferimenti culturali di questo grande Paese europeo e dalla sua storia. Nonostante gli elementi distintivi di Pulze compaiano comunque, qua e là ricorrenti, come nel gesto pittorico, nell’atmosfera - che sia immersa nel colore o che sia avvolta dai bianchi e neri silenti, nel suo essere “pop” e “mediale” insieme, iconico e astratto allo stesso tempo - in questa occasione l’artista si abbandona all’ispirazione, ai rimandi, all’incanto dei ricordi e alle dediche cariche di nostalgia. Perché gli inviti alla nostra attenzione qui sono molteplici, lui ci parla di miti e di luoghi che appartengono alla realtà, come gli scorci di Berlino e di Colonia, ma soprattutto lambiscono la fascinazione: figurazioni che attraversano la contemporaneità e la storia, citano il passato abbracciando l’attualità, scandiscono il tempo della memoria e della conoscenza, traducono, interpretano e attualizzano i simboli culturali lontani intrecciandoli con il presente.

Berlino Angel, G.Pulze, acrilico su tela, 100x100 2023
Spaziano dai riferimenti letterari a quelli poetici o alle arti visive, alla “popular music” o alla cinematografia, alle iconografie urbane o proprie degli avvenimenti recenti che tutti noi conosciamo o abbiamo studiato. Il gesto pittorico è l’unico, l’assoluto interprete di sensazioni e sentimenti, è quella fotografia mai scattata, ma che legge perfettamente tra le righe della narrazione e dell’immaginazione. L’artista sceglie dei codici evocativi sinceri, riconoscibili, senza filtri e senza fraintendimenti, il suo linguaggio è volutamente aperto a tutti, più di ogni altra cosa vuole essere immediato, come immediata è la fruizione dell’immagine nell’attualità. I suoi dipinti sono “un libro aperto”, sono percezione pura e parole scandite; e la seduzione, la magia, sta proprio in questo, nella spontaneità. L’interpretazione (o re-interpretazione in alcuni soggetti) è un processo creativo significativo che accompagna l’azione pittorica, nulla appartiene al caso, nemmeno quelle piccole gocce bianche che tempestano i suoi dipinti, perché fanno sua l’immagine, sono ciò che determina l’energia e la profondità della figurazione e la rende irripetibile. Sono pieno nel vuoto dell’aria. Una prospettiva cromatica rivelata dall’astrazione gestuale, questa “action”, questo segno che lo contraddistingue, crea un volume e un filtro tra noi e l’immagine, una terza dimensione che accomuna lo spazio e il tempo. La traccia iniziale di questo ampio progetto dedicato alle varie sfumature della cultura germanica – e al suo paesaggio - è segnata da tre opere incisive e bellissime, che hanno dato inizio e forma, con la loro “romantica” intensità, all’interezza della mostra.
I richiami partono quindi da l’Attesa, due dipinti del 2000, dedicati a Caspar Friedrich (di cui quest’anno si festeggiano i 250 anni dalla nascita dell’artista) esponente del Romanticismo Tedesco, in cui le presenze guardano all’immensità dell’orizzonte (come nel “Viandante sul mare”), alla forza e alla perfezione della bellezza del mondo e all’efficacia della luce che irradia il paesaggio.

L'Attesa, (Omaggio a Caspar Friedrich), acrilico su tela 80x80cm, 2000
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