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NUOVE OPERE AD ARTE SELLA

di Anna Rubbini


Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono. (William Blake)


Esistono luoghi, in realtà, che sono solo un po’ più in là rispetto alle nostre mete abituali e che riescono a superare la comune concezione di relax, di passeggiata o di svago, portando ad immergersi nella natura con un valore aggiunto, con un grande senso di rispetto per l’ambiente e di ammirazione verso la capacità dell’uomo di rapportarsi alla paesaggio attraverso l’Arte.

Uno di questi luoghi è la Val di Sella, una località del Trentino situata sulle Prealpi Vicentine nei pressi dell'Altopiano di Asiago, che si contraddistingue poiché accoglie e promuove da molti anni un’iniziativa artistica di grande respiro, così grande da essere diventato uno dei Parchi Scultura più belli e significativi che abbiamo in Italia.

Arte Sella” è un progetto d’arte ambientale contemporanea unico nel suo genere, che ha preso il via una trentina d’anni fa e che tuttora continua a crescere nelle dimensioni e nella presenza di artisti che negli anni hanno aderito allo sviluppo dell’ esposizione. L’incontro del linguaggio artistico, della sensibilità e della diversa ispirazione di ciascun autore, ha trovato terreno fertile e il desiderio comune d’ intessere un fecondo e continuo dialogo tra la creatività e il mondo naturale.

Inserendosi nella corrente della Land Art, altrimenti definita Earth Art, che ha avuto i suoi esordi in America agli inizi degli anni ’70, ma che presto ha riscosso seguaci in tutto il mondo, questa manifestazione è stata ideata nel 1986 da alcuni abitanti del luogo appassionati d’Arte. L’intento era riscuotere l’adesione di artisti che avessero, come loro, una particolare sensibilità nei confronti dell’ambiente e predisposizione per un lavoro di ricerca. Fu’ questo il potenziale determinante che riuscì a coinvolgere autori di ogni provenienza e ambito artistico, letterario, musicale, teatrale, performativo e culturale in genere.

Ebbe così inizio la trasformazione e valorizzazione di questo luogo incontaminato, recuperandolo alle avversità delle stagioni e ridonando alla sua natura interventi ornamentali con l’utilizzo di materiali organici e oggetti che, a differenza di quelli utilizzati dalla Land Art, non vogliono caratterizzare bensì esaltare lo spazio naturale in cui vengono inseriti.

La natura diventa allora un elemento primario, di studio, di interpretazione, di sapere e di alchimia benefica e originale rispetto a qualsiasi altro progetto prima intrapreso.

L’Arte in questa Valle assume un valore di riavvicinamento, di rispetto e di potenziale energia che si sprigiona dalla natura e diventa essenziale fonte di conoscenza e di arricchimento spirituale e personale.

L’esposizione delle prime due edizioni si avvalse del parco privato di Villa Strobele, originario ingresso alla mostra. Le due rassegne rappresentano, nella storia della manifestazione, le linee guida per la nascita successiva di un’organizzazione strutturata e funzionale, un’Associazione stabile che sorse nel 1990, coinvolgendo personalità accomunate dal desiderio di dare un contributo allo sviluppo culturale del territorio.

Nel 1998 l’esposizione principale si spostò presso uno spazio più ampio e versatile della stessa valle, la vicina Malga Costa: il luogo divenne presto riferimento della comunità artistica coinvolta nel programma di riqualificazione del Parco, sede di dibattiti e scambi interculturali tra i protagonisti degli eventi e la comunità autoctona.

L’opera che rappresenta iconicamente Arte Sella sorse nel 2001, la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, che riproduce nelle dimensioni una vera cattedrale gotica a tre navate: il tempo e la crescita degli alberi di cui è composta, attraverso un “work in progress biologico”,

permetteranno la copertura del tetto ed il suo volume strutturale definitivo.

Si può dire che da quel momento il progetto compie un’evoluzione determinante per il futuro della Valle, una nuova sensibilità e una crescita del territorio e dei suoi abitanti che, attraverso l’Arte, conoscono la possibilità di riappropriarsi dell’ambiente attraverso un nuovo rapporto con la natura, vivendolo come esperienza etica, culturale ed artistica nello stesso tempo.

Da più di trentacinque anni Arte Sella rappresenta il luogo dove le diverse forme della creatività umana si fondono, dando vita

ad un dialogo unico tra il mondo naturale e l'ingegno dell’uomo. Sulla scia di questo rapporto comunicativo, nel 2017 nasce un approccio particolare tra Arte Sella al mondo dell’Architettura e del Design; questo rapporto ormai consolidato, ha visto la partecipazione negli anni di protagonisti internazionali, quali Michele De Lucchi, Kengo Kuma, Eduardo Souto De Moura e Ian Ritchie.

La consulenza tecnica e la scelta artistica di quest’ambito sono state affidate al professor Marco Imperadori, Ordinario di Progettazione e Innovazione Tecnologica del Politecnico di Milano.

Nell’ ottobre 2020 il parco si arricchisce di un nuovo contributo: Stefano Boeri Interiors disegna per Arte Sella TREE-ROOM, un’installazione lignea circolare in cui uomo e natura vivente si avvicinano, tra raccoglimento e contemplazione.

Citando le parole dell’autore: “Una stanza abitata da tre alberi”, dove “Puoi entrare e sentire la differenza tra loro e noi: quella delle vite e del loro tempo, dell’intelligenza e delle percezioni, del movimento e della stabilità. O, al contrario, una volta seduto al loro cospetto, puoi cogliere le affinità tra noi e loro: affinità biologiche, organiche, di specie vitali che si manifestano nell’ individualità assoluta di ogni soggetto, di ogni esemplare. La stanza è solo l’occasione di un confronto; per noi - e forse anche per loro”.

La nuova struttura lignea è percorribile a vari livelli permettendo di ammirare la natura e le opere circostanti, proponendosi come una stanza privata per la meditazione o come teatro a cielo aperto, in un gioco di luci e ombre evidenziate dalle diverse colorazioni del legno. Le molte tonalità sono date dai trattamenti scelti per le pareti verticali, che offrono una innovativa soluzione sostenibile, ecologica e a Km0: l’Ossido di Ferro addizionato con aceto di mele trentine, consente di annerire le superfici lignee e di creare un senso di profondità che dona all’ intera

opera una forte vitalità.

L’opera TREE-ROOM, avvalorata dal sentiero pedonale del Parco di Villa Strobele, sembra elevarsi naturalmente da terra, quasi a dare risalto ad una nuova alleanza tra Natura ed essere umano.

Per qualche mese, da fine 2020, il parco ha dovuto porre riparo ad una devastazione naturale dovuta ad un terribile insetto, il bostrico tipografo, riprodottosi eccezionalmente dopo il disastro della tempesta Vaia sotto il letto di alberi divelti, provocando l’abbattimento di altri circa duecentocinquanta alberi insanabilmente aggrediti, e portando ad una chiusura forzata della Valle sino alla riapertura nel maggio dell’anno successivo.

Il 22 maggio 2021 segna la data in cui le suggestioni di Arte Sella proseguono idealmente al di fuori dei suoi confini per giungere a Venezia, dove sarà protagonista del PADIGLIONE ITALIA alla 17. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia con l’opera Genoma.

Il titolo del Padiglione italiano di questa edizione è proprio “Comunità resilienti-Resilient Communities”, ponendo al centro dell’esposizione la questione del cambiamento climatico, in particolare come stia mettendo a dura prova la sostenibilità del sistema urbano,

produttivo e agricolo, e le impegnative sfide che interpellano l’architettura.

L’opera Genoma incorpora il lavoro che il fotografo Giovanni Hänninen ha realizzato per Arte Sella, indagando la fragilità della nostra relazione con la natura utilizzando il corpo umano come metro di misura di una devastazione in cui l’uomo è elemento cardine, al contempo causa e possibile soluzione. Un’esposizione fotografica che documenta la devastazione provocata da Vaia e indaga il tema della migrazione, fenomeno in atto non solo per gli esseri umani ma per tutto il mondo naturale a causa dei cambiamenti climatici. Contestualmente, l’opera sottolinea lo stato di perenne tensione e fragilità della nostra contemporaneità, immaginando quest’ultima come una possibile base di dialogo resiliente tra uomo e natura.

Con Genoma, l’autore considera la capacità della natura di evolversi e adattarsi ai cambiamenti e alle sfide che le si pongono di fronte, una capacità che è imperante ed al contempo applicabile con esito positivo anche al campo dell’architettura. L'espressività delle immagini manifesta, attraverso il pensiero associativo, la volontà di suscitare un dibattito sui temi dell'architettura radicale, delle future previsioni negative e degli ideali utopistici ma non per questo inefficaci nel comportamento pratico.

Un anno dopo il primo approccio con quella che molti conoscono come la settima Arte, ovvero il Design, e la sorella Architettura, sono tornata nella Valle per vedere di persona come era stata recuperata la distesa espositiva, essendoci già stata qualche anno addietro ma non ancora dopo la tempesta Vaia. Assieme a me sono tornate due presenze importanti del settore, che hanno voluto aggiungere altri contributi a Valle Sella: l’architetto e designer Satoko Shinoara con l’opera Tobusa Bench ed il celebre architetto Kengo Kuma, suo consorte, con Bamboo Ring.

Presso Villa Strobele la designer giapponese ha trovato collocazione per l’opera intitolata Tobusa Bench, una specie di panca condivisibile che include nella sua struttura “nidi di animali” ed è totalmente realizzata con scarti della tempesta Vaia con l’aggiunta di elementi metallici, grazie al contributo realizzativo delle aziende D3Wood e NordZinc.

Le parti metalliche, infatti, sono state protette con l’innovativo Sistema Triplex, un trattamento che è in grado di assicurare protezione durevole nel tempo senza necessità di manutenzione straordinaria, utilizzando il metodo della zincatura a caldo e della successiva verniciatura a polvere.

Grazie alla protezione realizzata da questo duplice processo, viene evitata la perdita di spessore dell'acciaio dovuta alla corrosione e, quindi, si assicura la staticità della struttura senza manutenzioni eccezionali per l'intero ciclo di vita, ponendo in essere uno dei principi fondanti di tutte le opere della Valle, ovvero la sostenibilità.

L’altro contributo è una riconferma sorprendente di come gli artisti che hanno esposto negli anni siano riusciti a creare un pathos così profondo e irradiante con l’ambiente, interagendo e contaminando nel tempo anche i diversi linguaggi della cultura


non solo artistica visiva ma anche della letteratura, della musica e della poesia, facendo diventare il programma della rassegna “multidisciplinare”.

Infatti, Kengo Kuma, architetto giapponese già noto al pubblico di Arte Sella dal 2018, anno in cui realizzò l’installazione Kodama nel giardino di Villa Strobele, ha rinnovato il suo affetto al sito trentino presentando un nuovo lavoro, Bamboo Ring: è questa un’opera “migrante”, realizzata per la prima volta a Londra ed esposta in mostra a cura di Clare Farrow per il London Design Festival nel 2019; successivamente è stata esposta al Fuorisalone di Milano nel 2021, presso l’Università Statale in collaborazione con Interni e con Roberto Ruffoni, Design Research Mangaer di Oppo.

L’opera “itinerante” ha trovato così, come destinazione finale, lo scenario paesaggistico della Val di Sella.

Da metropoli internazionali Bamboo Ring approda a montagne e boschi: dalla Città alla Natura. Una dialettica tipicamente giapponese che riporta tutto armonicamente alle origini.

Questa scultura, estremamente dinamica e interattiva con l’ambiente circostante, è composta da strisce circolari composite di Bamboo e Carbonio (CabKoma di Komatsu Matere), che si allacciano l’un l’altra, disponendosi a formare un anello spaziale. La simbologia del divenire che l’artista pone in essere, è rappresentata dal materiale utilizzato: il bamboo, specie vegetale che più di ogni altra fissa l’anidride carbonica, è una “fibra di carbonio naturale”; essa viene intenzionalmente accoppiata ad un’altra lamina di carbonio sintetico ad elevata resistenza; gli elementi circolari sono fissati con clip in plastica, riciclabile qualora venisse smantellata la struttura. L’opera si inserisce perfettamente ad Arte Sella collegandosi lievemente all’ armonia del bosco, con un ritmo circolare, la tramatura strutturale e la possibilità di essere smontata e recuperata in futuro.

La circolarità modulata nell’ opera Bamboo Ring si coniuga, inoltre, con un altro progetto dell’architetto Kuma in collaborazione con Arte Sella e il Politecnico di Milano: Sashiko Jacket, la giacca disegnata da Kengo Kuma per Montura, realizzata con materiali “circolari” ad elevata tecnologia frutto di riciclo, mettendo un prodotto d’utilità quotidiana a favore di un progetto di charity che devolve i proventi della vendita di un certo numero di capi per due progetti umanitari in Mongolia e Giappone.

Quest’estate, nel mese di giugno, Arte Sella ha invitato uno scultore vicentino, Arcangelo Sassolino, ad arricchire il percorso artistico nella natura della valle trentina, a testimonianza della volontà di dare inizio ad un novo corso, maturato in 36 anni di indagine.

Un’ evoluzione in una nuova fase del progetto originario, che conduce l’arte e la natura ad aprirsi manifestamente al dialogo con la “tecnologia”. È questa infatti un punto essenziale e fondante della contemporaneità, tanto da poter essere considerata una sorta di nuovo elemento naturale, nel pensiero, nell’ azione e anche nel paesaggio.

L’ antecedente della nuova fase è la realizzazione dell’opera, sopra descritta, e del charity project dell’architetto Kengo Kuma

L’ installazione “Physys”, concepita da Arcangelo Sassolino, è un’opera in cui tecnologia, arte e natura convergono e concretizzano questo nuovo punto di vista.

Il lavoro si compone di una massa di granito proveniente dalla cava di Pedretti Graniti a Carisolo (TN), tagliata in due e posta su un binario. L’installazione è dotata di una parte elettronica ed una meccanica, che si azionano grazie all’ energia di un pannello solare. L’energia del giorno permette il ripetersi estremamente lento di un movimento di apertura e chiusura dei due blocchi di granito: al mattino sono leggermente distanziati, a mezzogiorno al massimo dell’apertura, al pomeriggio lentamente si richiudono sino ad esserlo totalmente la notte. Il loro movimento è variabile, in funzione della quantità di energia disponibile, catturata dai pannelli solari. Attraverso la tecnologia, l’”opera respira con il mondo”.

Physis sorge in un’area appartata del percorso espositivo di Malga Costa, dove il panorama è rappresentato dallo spettacolo delle cime delle montagne. Quando i due massi dell’installazione si spostano, rivelano nel mezzo il paesaggio inizialmente nascosto e donano così un nuovo punto di vista sulla natura.

Ancora una volta, Valle Sella riconferma quanto la nostra sensibilità e la nostra mente possa essere arricchita costantemente anche in luoghi, modi e momenti inaspettati, beneficio ancora più

raro se si pensa che stiamo parlando di spazi aperti, di natura e di “ARTIficio”, che entrano in sinergia anziché in conflitto.

Come ho iniziato, così mi piace concludere questo scritto con una citazione che, visitando questo luogo ameno, descrive il mio stato d’animo dinnanzi la sua meraviglia:

Si può esistere senza arte, (-e cultura- ndr.), ma senza di essa non si può Vivere. (Oscar Wilde)


15 ottobre 2022, Anna Rubbini


Photos: courtesy Valle Sella



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