MILA DAU - THE FERTILITY OF MARGINS
- Alice Rubbini
- 5 giorni fa
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di Alice Rubbini

La fertilità dei margini, una nuova serie pittorica di Mila Dau, che dal suo inizio nel 1991 sino al presente, segue un percorso ancora in trasformazione, che ha attraversato varie fasi formali e sperimentato vari materiali e superfici, per giungere alle attuali figure che vivono dentro e fuori i “margini” dell’opera stessa. Oggi la progressione del lavoro di Mila Dau passa attraverso l’acquerello su carta, media che la accompagna da oltre sei anni; le dimensioni delle opere si sono ridotte sviluppandosi invece su una dimensionalità di sovrapposizioni, di luci e ombre, di spazi. Quei margini sono limiti sottili quanto fertili, non sono gli estremi di un precipizio di cui non si distinguono le profondità, quanto invece i profili di un oltre possibile, produttivo e immaginifico.
Le sagome delle persone, che nel 2009 avevano dato inizio alla serie “Visitors and Staff”, in cui le figure aleggiano nella composizione pittorica, vagando, ammirando e meditando di fronte ad un’opera d’arte o spazio architettonico, scultura o dipinto che sia; ora invece si intrecciano con quelle dipinte sulla superficie di carta, creando un unicum “dentro e fuori”, di disegno, materia, di spessori e gradazioni di forte impatto e suggestione. Le figure sono presenza e vuoto e allo stesso tempo, tempo! Sono dialogo, circostante e circostanza, interpreti dell’esistenza, di quel piccolo universo chiamato “mondo dell’arte”.
Tutto il lavoro di Mila Dau è un’infinita dedica ai musei, ai luoghi espositivi quali contenitori e cattedrali dell’arte, agli artisti e alle persone del settore, incontrate e da lei ammirate nella sua lunga carriera lavorativa, per seguire con i visitatori e gli operatori degli spazi espositivi, accarezzando poi anche le persone care e l’immagine di sé stessa, nonché i profili e le citazioni di opere memorabili, che prosegue oggi con sempre nuova linfa, nuove domande e nuove risposte. Cicli di opere e progetti di cui Mila Dau stessa ne ha tracciato l’inizio e disegnato la fine, che hanno distinto la profonda connessione logica che passa dalla raffigurazione dello spazio come involucro culturale e scenografia di una performance umana sempre più complessa, sino a ritrarre, con grande rispetto, il creatore stesso dell’opera, l’artista, nel proprio studio, “dietro le quinte”, per concludere poi il percorso con chi lavora per proteggere l’opera e chi la contempla.
Ora è il momento in cui tutto è in campo, tutto è visibile, le prospettive, le architetture e le figure si incontrano, si raccontano e ci raccontano. Il coinvolgimento è parte integrante del progress, che in questa continua evoluzione rimane immutabilmente riconoscibile nella sua cifra.
Ogni soggetto nasce dalla riflessione sulla propria attività iniziata all’arrivo negli Stati Uniti, dove è giunta con il background degli studi attuati e le esperienze espositive degli anni ’80; dal suo rapporto con il mondo artistico e l’introduzione nell’ambiente culturale newyorkese, gradualmente conquistato attraverso la conoscenza delle persone e dei contesti e degli ambienti deputati all’arte.
La sua formazione culturale la vede parte del primo gruppo di giovani riunitosi attorno a Maria Lai a Roma negli anni settanta; con l’artista, sarda come le sue stesse origini, Mila crea uno stretto legame professionale e umano, vivendo insieme, nella sua casa, per 5 anni. Mila trae da Maria anche l’esempio della docenza nelle scuole pubbliche, insegnando arte a sua volta, a New York. L’opera di Mila passa quindi anche attraverso questo filtro esperienziale, ogni tassello è determinante, così come la laurea in filosofia presa in Canada, quella in architettura presa a Roma o in pedagogia a New York, dove vive dal 1991.
Un lungo percorso, tante prove e considerazioni, tante cose da raccontare, da fissare e tradurre in “opera”, un lungo viaggio nella vita, nell’ esperienza, nella ricerca, nella sperimentazione e nella passione.
Alice Rubbini - Ottobre 2025
Titoli opere galleria n.1:
Fertility of the Margins, 2023, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm
La via d'accesso al presente (Louvre), 2016, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm.
Crouching Venus (Metropolitan), 2017, Acquerello, filo e collage su carta, 28 x 18 cm
Dream Encounter (Palazzo Massimo), 2017, Acquerello e collage su carta, 28 x 18 cm
Contiguità con la rovina, 2024, Acquerello e collage su carta, 38x 28 cm.
Chanel/Chador (Whitney), 2016, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm
Appuntamento segreto (GNAMc),2025, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm
Lely's Venus (British Museum), 2017, Acquerello, filo e collage su carta, 28 x 18 cm
Little White Back (Metropolitan), 2017, Acquerello e collage su carta, 28 x 18 cm
Serata romana, 2020, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm
Titoli opere galleria n.2:
Scena storica (Mann), 2024, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm.
Senza titolo, 2023, Acquerello e collage su carta, 56 x 38 cm.
Pietre di passaggio, 2023, Acquerello e collage su carta, 70 x 55,5 cm.
Reverence (Metropolitan), 2015, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm
Gioco (Museum Brandhorst), 2024, Acquerello e collage su carta, 56 x 38 cm.
Elegia, 2023, Acquerello e collage su carta, 56 x 38 cm.
Cohort (GNAMc), 2024, Acquerello e collage su carta, 56 x 38 cm.
Blue Venus, 2022, Acquerello e collage su carta, 38 x 28 cm
Senza titolo (GNAMc), 2025, Acquerello e collage su carta, 38x 28 cm.











































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