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Io resto a casa

In queste ultime settimane, come ormai da quasi due mesi, a tutti credo sia capitato di soffermarsi su un pensiero che, al di là della paura del contagio vero e proprio, sopraggiunge non tanto verso l’ignoto destino che ci attende, ma sull’insolito presente, meglio su come affrontare il quotidiano a cui non soltanto non siamo abituati, ma che in prima persona non ci è mai appartenuto ed è avulso da ricordi ed esperienza.

Riappropriandoci di un momento tutto nostro ma in modo forzato, eppure indispensabile per la sicurezza di avere un domani più o meno recuperato alla normalità - anche se dubito potrà mai essere una normalità come sino ad oggi la intendevamo -, nel lungo percorso che ci sta’ davanti ci sorprendiamo spesso a porci la stessa domanda: che faccio ora?

Ora che già ho sbrigato il lavoro arretrato, le faccende di casa trascurate, il rinnovo dell’abitazione che da tempo attendevo di fare, ora che tutto è a posto e che l’innanzi è routine domestica, cosa posso inventare? Ovvero, come posso liberarmi dalla monotonia dello spazio limitato, dal frastuono ridondante delle informazioni allarmanti dei media e dei social, dall’inerzia del corpo e delle suggestioni esterne che vengono a mancare quando prima erano solo fastidi abitudinari.

Nello scorrere del periodo sempre uguale, in cui i giorni si perdono nell’alternarsi di giorno e notte senza data, spesso senza neanche mutare d’abito, in cui hobbyes e interessi sono costretti a desideri, cosa fare di una pausa ancor oggi incommensurabile ed in balia di eventi e variabili ipotetiche e presunte?!

Se prima di questa emergenza il lusso più grande di cui andavamo alla ricerca era il tempo, ora questo tempo dilatato e sospeso, di cui disponiamo in abbondanza, ha bisogno di essere curato e animato anche da stimoli positivi, che ci facciano immaginare il futuro in modo nuovo, ma non meno progettuale e costruttivo.

Ed allora possiamo dirci fortunati se tra i nostri interessi c’è un ascendente per l’arte, la musica, la letteratura e la poesia, se siamo attratti dalla cultura in tutte le sue manifestazioni, perché se ad ogni azione corrisponde reazione, abbiamo la fortuna di essere un popolo dotato anche di resilienza, tant’è che istituzioni e privati del settore si sono adattati ed hanno modificato le loro offerte in risposta alla crisi che ha messo in ginocchio il mondo.

E’ infatti sorprendente scoprire le proposte e gli approcci, talvolta geniali, per mantenere vivi gli interessi del pubblico, una ricerca interessante e variegata per chi si dedica a scoprire come, in attesa di riveder le stelle, si possa impegnare questa fase d’arresto senza noia e ripetizione.

Dunque, se ancora non si profila il momento di uscire, la cultura permette di allargare i nostri sguardi oltre i limiti della nostra casa, di viaggiare con la mente dalla letteratura all’arte visiva, dalla scienza al teatro, dalla musica al design, dalla poesia al cinema, raccontati in formato digitale, on-line, sui social media, offrendo spesso una fruizione collegiale e aggregante, rimanendo nella sicurezza della distanza fisica obbligata ed affidabile.

Così come in assenza di momenti di socialità tradizionale, durante l’emergenza, le persone sono state capaci, grazie alla tecnologia, di inventare nuovi modi di socializzazione, dunque aperitivi virtuali, feste o cene take away rigorosamente on line; c’è che si è preparato inventandosi degustazioni di drink su indicazioni degli esperti, improvvisandosi bar tender casalingo aspirante esperto, e chi ha inventato campagne social sulle bellezze del nostro territorio, magari con un bicchiere di vino in mano rigorosamente italiano, anticipando un’esperienza reale non troppo lontana, viste le rassegne di turismo enogastronomico che sono tanto di moda. L’appello, dunque, rivolto dal Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo agli operatori del settore è stato ampiamente colto, la resilienza degli rappresentanti istituzionali ha colto subito la necessità di non distrarre l’interesse da un settore in crisi dovuta anche dagli alti costi di mantenimento e di efficienza secondo standard sempre più elevati in un sistema di concorrenza sovranazionale.

Innanzi tutto la proposta di un viaggio alla scoperta dei Musei più importanti al mondo, comodamente seduti in poltrona, ha indubbiamente toccato la curiosità di molti, specie nella lontana possibilità di farlo fisicamente e talvolta, a mio parere, con un’attenzione ai particolari che solo la narrazione di un tutor può garantire. Ed ecco la selezione dei dieci maggiori Musei al mondo che sono stati offerti al pubblico dei visitatori virtuali:

Pinacoteca di Brera - Milano https://pinacotecabrera.org/


Galleria degli Uffizi - Firenze https://www.uffizi.it/mostre-virtuali


Musei Vaticani - Roma http: www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/catalogo online.html


Museo Archeologico - Atene https://www.namuseum.gr/en/collections/


Prado - Madrid https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-works


Louvre - Parigi https://www.louvre.fr/en/visites-en-ligne


British Museum – Londra https://www.britishmuseum.org/collection


Metropolitan Museum - New York https://artsandculture.google.com/explore


Hermitage - San Pietroburgo https://bit.ly/3cJHdnj


National Gallery of art - Washington https://www.nga.gov/index.html




Tra le innumerevoli iniziative pubbliche, una per noi esemplare è quella offerta dai Musei Reali di Torino.

L’hastag <#iorestoacasa e scopro i Musei Reali di Torino> identifica una delle proposte più complete di fruizione del patrimonio museale in Italia per mantenere vivo l’interesse e il contatto con il pubblico, proponendo dal 24 marzo una rassegna di video documentali visibile su YouTube e sui canali social dell’istituzione, dal titolo “CLOSED IN. I MUSEI VISTI DA DENTRO“. Dall’interno del Musei, in cui si lavora a porte chiuse e da casa, tutto ciò che di solito è celato allo sguardo comune e che rimane nascosto all’interno, dietro una porta mai aperta di un ripostiglio o di un deposito, vengono svelati attraverso video autogestiti, nuovi tesori, beni rari e preziosi che sono parte del capitale di queste regge proprio come le suppellettili di una casa, in questo caso di una casa molto speciale.

Attraverso lo strumento essenziale per conoscere meglio i capolavori esposti nelle varie sezioni delle molteplici sedi, il catalogo, visibile sulla piattaforma internet dei Musei Reali all’indirizzo https://www.museireali.beniculturali.it/catalogo-on-line/#/ permette di scoprire le immense ricchezze conservate nei depositi, spesso sconosciute al pubblico. Il catalogo è frutto del lavoro di raccolta e organizzazione di dati prodotto dalla decennale attività di archiviazione e documentazione fotografica delle opere, iniziata da più un ventennio grazie all’impegno di storici dell’arte, archeologici, architetti ed esperti dei vari settori.

Nel privato accade qualcosa di equivalente, visto che Fiere ed Eventi programmati sono slittati – una su tutte di cui ci siamo già occupati la Biennale di Architettura a Venezia - o addirittura sostituiti da analoghe, si fa per dire, versioni digitali.

In questi giorni è arrivato alla nostra redazione l’invito a partecipare alla Fiera d’Arte contemporanea di Dallas, che si tiene dal 14 al 23 aprile attraverso una insolita modalità di visita, “navigando” sulle onde del web, in una comune condizione di relazione, l’unica oggi possibile, attraverso una finestra virtuale sulle gallerie presenti in fiera, alle quali il sito dell’Ente ha riservato uno spazio in cui si possono ammirare le opere anche meglio, se si può, che non in versione live.

Ma la rassegna non si esaurisce così banalmente: la programmazione, infatti, include Webinair e talk live dei curatori e degli artisti, rendendo verosimile la riuscita della fiera anche senza la partecipazione fisica del pubblico a cui si rimanda l’interazione in rete, senza trascurare, accanto alla offerta espositiva, quella del mercato e delle riviste di settore.

Intanto si può navigare, non è come camminare, ma piuttosto spaziare, o almeno si esplora con la mente e l’illusione le ricchezze culturali, che senza il turismo, verranno gravemente private del sostegno indispensabile per tutelarle e valorizzarle.

Ad anticipare il percorso di rinascita del settore culturale e artistico al quale dovremo destinare molte risorse quando la pandemia sarà superata, le iniziative di raccolta fondi per sostenere e accelerare il superamento della situazione di emergenza si sono diffuse più dello stesso virus, sensibilizzando, in un’ottica di scambio l’idea di contribuire proattivamente in questa direzione, con una devoluzione di parte degli introiti di vendita diretta o tramite asta a favore della protezione civile, della sanità e della ricerca. Fondazioni, Gallerie e Istituti di Cultura si mostrano, se pur a distanza web, in una veste solidale e partecipativa, coinvolgendo il pubblico di riferimento anche da un punto di vista civico e sociale.

Se è vero che la cultura, nell’ottica dell’ “Io Resto a Casa”, ha assunto una valenza “terapeutica” per quanto puramente mentale, la terapia on line non ha risparmiato forme di cultura tra le più differenti: dai concerti a più voci di noti cantautori contemporanei che, ognuno nell’isolamento della propria abitazione, ha partecipato virtualmente nell’unione che fa la forza, alla composizione di canzoni unanimemente ispirate per avversare sofferenza e malattia, a rassegne letterarie e poetiche che hanno coinvolto in questo criterio di “cura collettiva” appuntamenti di rilevanza internazionale.

Si pensi alla decennale e nota manifestazione Pordenonelegge, che ha prestato il suo sito per promuovere, attraverso un video, realizzato in quattro lingue e a sette voci, e prodotto dalla Fondazione, con la collaborazione degli Istituti di cultura di Madrid, Parigi, Londra e Berlino, quale debutto della antologia “Giovane Poesia Italiana” in Europa.

Una produzione poetica dedicata ai talenti italiani più freschi per dimostrare che la scrittura, e nello specifico la poesia, non ha confini neanche in situazioni d’emergenza. I sette autori selezionati, Tommaso Di Dio, Marco Pelliccioli, Maddalena Lotter, Eleonora Rimolo, Bernardo De Luca, Laura di Corcia e Gian Maria Annovi, hanno inaugurato l’antologia offrendosi come assaggio di una ricca produzione poetica del nostro Paese, e grazie a questa iniziativa patrocinata dalle fondazioni delle Nazioni coinvolte, rappresentano la possibilità di realizzare progetti capaci di parlare ad un pubblico europeo ed internazionale.


Torino, Venaria Reale

Sono bastati alcuni esempi per rispondere alla domanda sul potenziale impiego del tempo di arresti domiciliari da COVID 19?

Io credo di si, almeno spero di avere stimolato curiosità e fantasie in un tempo sospeso che, non appena sarà possibile, porterà un rinnovato interesse a vivere personalmente esperienze culturali a noi affini.

La cultura è senza dubbio una fonte incommensurabile di arricchimento, fuori e dentro le nostre case, sia per la mente che per il corpo, ma dentro casa la prima si arricchisce nella prigionia di un tempo altrimenti riservato esclusivamente al primo, con un risultato non eguagliabile se non altro per il nostro patrimonio futuro.

Anna Rubbini, 20/04/2020

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