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DOZZA – UNA BIENNALE DI GRAFFITI TRA STORIA E ARTE CONTEMPORANEA

di Anna Rubbini



E’ un motivo ludico che mi ha condotto a Dozza, Comune del bolognese con un’unica frazione, Toscanella; e come talvolta accade, inaspettatamente, ho scoperto un luogo d’Arte davvero straordinario. Il paese, definito uno dei borghi più belli d’Italia, è entrato recentemente a far parte del circuito delle Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano.

Nonostante questa sua peculiare importanza, mi ha portato a visitarlo una curiosa mostra di Carlo Zoli, scultore di Faenza con una grande passione per la narrazione epica, distintosi quest’anno per aver vinto il premio Drago d’oro conferito per la diffusione dell’illustrazione fiabesca, avendo partecipato parallelamente all’evento FantastikA, d’iniziativa della Fondazione Dozza Città d’Arte, con suoi disegni alla mostra, mi ha portato all’interno della Rocca Sforzesca al centro del Paese gli ultimi giorni della sua personale – aperta sino al 16 ottobre – dal titolo curiosamente ascetico “Anima e spirito” .

Le sue sculture, frutto di assoluta immaginazione, talvolta impressionanti, sono potenti sino ad essere spesso inquietanti, come le rappresentazioni del male attraverso draghi contorti e efferati; la loro veemenza trasporta lo spettatore in mondi ancestrali, colmi di personaggi mitologici e leggendari, che rispondono pienamente al suo spirito visionario con interpretazioni energiche e decisamente impetuose.

Una creatività indubbiamente epica, ma nella quale si riconosce un’iconografia atavica, medievale, sicuramente originale e contorta, molto diversa rispetto ai canoni espressivi contemporanei.

Un allestimento ragguardevole nella sala d’Armi della bella Rocca, che continua anche all’esterno nel giardino che la cinge.



Tuttavia ritengo che questa sede abbia un potenziale molto più considerevole rispetto ad autori locali, per i quali ho molta stima ma che, tuttavia, considero minori nel panorama artistico contemporaneo internazionale.

Tutt’altra cosa, invece, l’opera en plan air raffigurata sulle facciate degli edifici del Borgo, che rappresentano davvero un’esperienza unica nel genere della “street art” del nostro Paese.

Ho iniziato a seguire i graffitisti a Bologna circa trent’anni fa, ne cito uno, su tutti, il duo Cuoghi e Corsello, che hanno importato un genere d’espressione artistica di rivendicazione, di polemica e di sfida all’Arte di quegli anni, nella quale i giovani non si riconoscevano perché non era portatrice di innovazione e di apertura a forme espressive alternative; si inserivano, allora, in canali comunicativi immediati e di più largo respiro, esprimendo il proprio modo di interpretare l’Arte come simbolo di ritrovata libertà, in un atteggiamento evolutivo e di continuazione, piuttosto che di dissenso, a quanto era preceduto.

I periodi producono ovviamente differenti ipotesi di interpretare l’Arte, che è anche frutto di formazione, orientamenti, rapporti spaziali e sociali diversamente sentiti e vissuti dagli autori e, dunque, figurativamente difformemente trasposti. L’Arte Visiva è sempre stata espressione esperienziale e culturale connessa alla congiuntura, al momento e alla circostanza:

In questo Paese ho potuto vedere con i miei occhi il passare del tempo e la mutevolezza di approcci, percorrendo strade e vicoli, piazze e pertugi, seguendo il passaggio degli artisti che via via si è storicamente manifestato e sedimentato, sino a tempi recenti.

A Dozza, sin dagli anni ’60, si tiene una importante e conosciuta manifestazione artistica, organizzata dalla Fondazione Dozza città d’Arte, responsabile dello stesso Museo della Rocca dove ha sede, e della rassegna Fantastka, di cui accennavo prima.

Mi riferisco ora alla Biennale del Muro Dipinto, ricorrenza unica nel suo genere che il prossimo anno celebrerà la sua XXVIX^ edizione.



Il comune, cogliendo l’idea originaria di Tomaso Seragnoli, ha promosso l’originale iniziativa di invitare ogni due anni degli artisti a intervenire sui muri delle case, con affreschi e rilievi, donando la loro opera, che sarebbe poi diventata perpetua testimonianza del loro lavoro e della vicinanza a questo luogo. Cogliendo l’invito nelle varie Biennali, importanti interpreti del panorama artistico contemporaneo si sono avvicendati in questa località per esprimere la propria creatività adoperandosi sulle facciate delle abitazioni del centro, rispettando la tematica della propria edizione e ponendosi in simbiosi con la storia e la carismatica atmosfera del borgo, e dell'ameno paesaggio circostante. Sui muri dozzesi e, nel tempo, oltre il suo abitato con interventi estesi anche a Toscanella, attorno alle finestre, ai portoni, ai negozi e ai balconi, dipinti e decorazioni d’ogni tinta e dimensione, divengono una Galleria d’Arte diffusa e a cielo aperto, di rara bellezza e nutrito interesse.

Diversamente da altre manifestazioni simili, quella del Muro Dipinto di Dozza si è discostata da altre caratterizzate da una generica occasionalità, diventando ben presto una delle prime rassegne italiane che hanno valorizzato la figura dell’artista.

Come dicevo pocanzi, negli ultimi anni la manifestazione ha rinnovato la sua consuetudine aprendosi a modalità espressive contemporanee. Dal 2007, infatti, la Biennale ha due poli di intervento: l'antico borgo di Dozza addossato alle colline, e la più moderna frazione di Toscanella lungo la via Emilia, che da Bologna va a sud, verso il mare.

Nell’antico abitato è stato dato spazio a classici interventi pittorici sui muri: tra i tanti si ricordano, per esempio, i lavori di Sebastian Matta, Bruno Saetti, Giuseppe Zigaina, Emilio Contini, Concetto Pozzati, Remo Brindisi, Renzo Grazzini, Giacomo Soffiantino, Riccardo Schweizer, Riccardo Licata, Aldo Bergonzoni, Ennio Calabria, Cesare Sughi, Norma Mascellari, e, tra i più recenti Omar Galliani, Tano Pisano, Bruno Ceccobelli, Luca Alinari, Gino Pellegrini, Marcello Jori, Bruno Benuzzi, Karin Andresen.

Nella frazione di Toscanella si è dato prevalentemente libero accesso a recenti tipologie espressive, dai writers alla molto attuale “wall painting”, con la partecipazione di affermati steet artist, come Ericailcane, Eron, Dado, Wany, Basik, i già citati Cuoghi Corsello, Rusty, Joys, Moneyless, Hemo, Paperresistance.

Passeggiare nel centro diventa un piacevole sorprendersi, tra ammirazione e divertimento, riconoscendo nel percorso i tanti autori che in modo personale, originale e incantevole, hanno contribuito a rendere ancor più affascinante questo angolo di terra Emiliana.

Non capita spesso di godere di tanta singolare bellezza, un passaggio a Dozza può aprire la mente e ispirare, in modo impensato e ed eccezionalmente semplice, a quanto poco basterebbe a rendere migliore anche le periferie delle nostre città.


17 ottobre 2022, Anna Rubbini






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