HER SELF - la mostra di Gaia Volonterio nello spazio Lavì City
di Brando Tagliapietra
Una bella mostra di una giovane artista italiana che vive in Svizzera, Gaia Volonterio, è presentata dallo spazio Lavì in via sant’Apollonia a Bologna, proprio durante la kermesse di Arte Fiera.
Gaia nella vita si occupa sia di pittura che di Architettura, la sua formazione è prettamente italiana, ha studiato in Toscana, prima ad Arezzo e poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze; non è dunque casuale la scelta di questa giovane artista di cimentarsi con un tema ricorrente sia nelle arti visive, sia in ambiti non propriamente figurativi: basti pensare alla Terza di Beethoven, considerata nella musica classica come l’opera che meglio si avvicina al “ritratto” del compositore.
L’autoritratto, “pozzo profondo” a cui attingere, per dirla con le sue parole, ed il proprio corpo, sono presi a modello di introspezione e di riflessione, è il metro assunto per approfondire la propria ricerca ed il rapporto con l’opera, partendo dal sé.
Non è una scelta semplice né scontata quella di cimentarsi, in particolare, con la rappresentazione del volto: molti grandi artisti nella storia dell’arte prediligono l’approccio a questo modello espressivo, nella variante ritrattistica o in prima persona, come Raffaello o Velázquez che si inseriscono nelle raffigurazioni. Gaia Volonterio, tuttavia, riesce pienamente nella resa dell’opera con una corrispondenza mai scontata, originale e affascinante quanto progressiva e aperta all’approfondimento scenico e percettivo.
La potenza introspettiva del suo viso appare allo spettatore con una somiglianza mai uguale, ogni volta originale e particolare, quasi fosse la trasposizione di una sensazione, di uno stato d’animo e di un sentimento interiorizzato ed impressionato dal corpo e dalla fisionomia del soggetto-attore dell’opera.
Ma, mi chiedo, lo è davvero? O forse siamo spettatori di una “interpretazione”allo specchio, di un’impressione, di una conoscenza o un’intenzione di esprimere una parte di sé. Comunque vogliamo definirla, ciò che più avvince e impressiona dei ritratti della Volonterio è la capacità di raccontare, di traslare sul volto, sui suoi lavori, le informazioni sul personale vissuto, sulla sua formazione artistica e culturale, sull’altro da sé e l’altro di se che una faccia raffigurata riesce difficilmente a rendere percettibile.
Non è realismo il suo ma interpretazione, emotività, una rara capacità di rendere l’astante partecipe del paesaggio interiore ed esteriore, dello spazio che diviene fondamentale nel determinare il punto di vista dei suoi dipinti. Man mano che ci si allontana, infatti, svanisce la percezione del gesto pittorico e affiora il contesto, lo sfondo o, per estensione, lo scenario che intuitivamente determina l’aura del ritratto.
Più che il disegno, l’utilizzo della pittura ad olio, permette all’artista di procedere a più riprese, dando plasmabilità materica ai volti e ai corpi, quasi a non volere o non riuscire a fermare l’istante, l’attimo emotivo dell’espressione e della posa .
Questo amplifica le sue potenzialità espressive: partendo sempre da un disegno importante e comprensibile come base di partenza, evolve proporzionalmente alla interiorità implicita dell’autoritratto ed affiora in superficie.
Non è soltanto abilità pittorica, scelta di ritorno alla figuratività e alla pittura nel suo significato tradizionale, bensì visione filtrata, indeterminata dal mezzo visivo diretto, gli occhi davanti allo specchio.
L’osservazione e la consapevolezza tecnica, l’indagine oggettiva e la riflessione introspettiva dell’artista, sono il risultato imprescindibile e mai scontato di ogni sua opera.
L’insieme, la molteplicità dei ritratti e delle figure nello spazio di una mostra, trasmette l’intenzione di Gaia Volonterio di indagare la propria capacità di cogliere l’istante, di non ripetersi, di catturare il lineamento, la particolare sfumatura che determina il carattere, la scoperta, l’atmosfera. Significa interpretare quell’aspetto dell’autoritratto, volto o corpo che sia, che lo rende paesaggio, con tutta l’emotività che questo significa ed appare.
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