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Restauro tessile: un antico, magico mestiere.

di Elisabetta Ciampoli

Il restauro dei beni culturali è un' attività che richiede molta professionalità e rispetto per il patrimonio storico-artistico. Con questo termine intendiamo tutto ciò che è legato alla conservazione, al recupero e al ripristino di opere d’arte o più in generale di manufatti storici. Ogni tipologia di materiale (tele dipinte, tessili, pietra…) prevede specifiche procedure tecniche volte al risanamento dell’oggetto e specifiche figure professionali qualificate. Il laboratorio di restauro tessile Palei di Siena, con cui attualmente collaboro, è specializzato nella conservazione di arazzi, tessuti antichi, frammenti archeologici, abiti storici ed accessori, bandiere, pizzi, ventagli, tappeti, cuoio e materiale etnografico utilizzando le più attuali tecniche di restauro.

Il lavoro di restaurare manufatti tessili è tanto prezioso ed affascinante, quanto poco conosciuto e diffuso. Provo, allora, a raccontarvi in cosa consiste questo "magico mestiere". Si perché, a volte, essendo un lavoro per lo più al femminile, mi chiedo se qualcuno ci vede come maghe e fattucchiere, sedute ore ed ore a tessere, tagliare e cucire con tanta dedizione e preparare ricette per tinture. Poi ci sono casi in cui, in effetti, facciamo davvero delle magie che impressionano noi stesse per l’esito spettacolare del prodotto finale.

Ogni progetto è una sfida da risolvere e ogni oggetto ha le proprie procedure, diverse ma simili.

Il primo ingrediente fondamentale per ottenere buoni risultati è la “passione” che, per il restauro e per i tessuti, somma alla conoscenza storica, la loro realizzazione attraverso una particolare perizia tecnica e l’impiego di pregiati materiali quali sete brillanti e colorate, fili dorati e argentati, che accrescono concretamente il valore artigianale di questi manufatti, rendendoli ancor più preziosi.

Ci sono oggetti di una bellezza incredibile, basti pensare che in passato l’oggetto tessile veniva utilizzato in molte circostanze rappresentative: per abbellire chiese, case di famiglie benestanti,per simboleggiare la potenza e la ricchezza di una famiglia e lo status sociale. Inoltre, le famiglie più ricche, per mantenere calde le stanze e isolarle, per quanto possibile, usavano diffusamente tende, tappeti e arazzi. Molto interessanti, avendo la fortuna di poterci lavorare, sono i guardaroba aristocratici, di corte ed i paramenti sacri.

Insomma, il “tessile” era un simbolo di pregio e ricchezza molto più di oggi. Attualmente molti di questi manufatti sono andati persi oppure sono tenuti in collezioni pubbliche o private, ma spesso in pessime condizioni, limitandone la potenzialità espressiva, la preziosità e la valenza della propria storia.

Altro elemento importante per il nostro lavoro è la “pazienza”: l’attenzione per il minimo dettaglio, la precisione al millimetro e tanta concentrazione sono all’ordine del giorno.

E’ importante che il filo sia della tonalità giusta rispetto alla zona dove dobbiamo intervenire; ne una tonalità sopra, ne una tonalità sotto. Se non abbiamo a disposizione il colore adeguato iniziamo le nostre “pozioni” tramite ricette consolidate da anni. E’ importante, inoltre, la dimensione e la “curvatura” dell’ago, in base allo spessore del tessuto e all’intervento che dobbiamo apportare.

Con questa passione e professionalità questo storico e rinomato laboratorio di restauro tessile ha eseguito interventi di recupero su numerosi arazzi, tra i quali annovera la serie delle Portiere degli Dei e la manutenzione di due arazzi delle Storie di Giuseppe conservati presso il Palazzo del Quirinale; parte della collezione del Palazzo del Governo di Siena collocati negli uffici della Prefettura e dell'Amministrazione Provinciale e l'arazzo "Cristo Dinanzi a Ponzio Pilato-Salita al Calvario", facente  parte delle serie Storie della Passione, Basilica di  San Marco Venezia. Tra i vari paramenti sacri di cui ha curato l’intervento di restauro, il più importante è stato il piviale di Pio II a Pienza di manifattura inglese degli inizi del XIV secolo e la casula di san Panfilo a Sulmona di manifattura duecentesca siciliana. Numerosi gli interventi su pianete, paliotti ricamati e decorati in lamina sbalzata e cesellata, realizzati per il Duomo di Arezzo e la Fondazione Conservatorio dei Riuniti Siena e il baldacchino del Duomo di San Giorgio a Ragusa. In anno recenti, ha curato la conservazione e coordinato le indagini scientifiche delle reliquie di San Francesco a Cortona e di alcuni frammenti tessili archeologici provenienti dalla tomba di Gregorio X ad Arezzo e dell'abito di Arrigo VI a Catania. Ha restaurato, inoltre,  numerose statuine devozionali per il Museo Taglieschi di Anghiari (AR) e per altri enti ecclesiastici. Non ultimo, ha eseguito numerosi restauri su tessuti dipinti, gonfaloni e bandiere di provenienza pubblica e privata e restaurato tessuti da tappezzeria per il Palazzo Guadagni Strozzi sede della Regione Toscana a Firenze ed il Palazzo Bichi Ruspoli sede della Confindustria di Siena.

Un esempio di eccellenza artigianale italiana che merita ampio riconoscimento e che speriamo, come talvolta accade per le arti minori, non perda adeguata e numerosa discendenza nelle generazioni future.

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