top of page

ARTE

Non possiamo negare l’attrazione e il fascino che subiamo di fronte all’arte, e anche quindi ad ogni sua declinazione, ad ogni sua disciplina. C’interessa la voce di tutti ed è di ognuno che vogliamo parlare

Inserisci la tua email per ricevere la newsletter di AARTIC, contenuti selezionati di Arte, News, Eventi e Mostre

Congratulazioni! Ti sei iscritto

Heaven - Giovanna Caimmi

di Alice Rubbini

FotoEditAlice.jpeg
CaimmiMostra002Part (1)_edited_edited_ed

Particolare di un' opera in mostra a Bologna, Giovanna Caimmi - Foto di Michele Levis

Heaven, il paradiso annunciato dal titolo, è creato attraverso la materia, attraverso la stratificazione e sovrapposizione della carta, candida, leggera e spessa, fragile e materica quanto lo stesso essere umano che aspira a questo luogo, territorio evanescente da cui mai nessuno torna, e che appartiene, forse, alla nostra rassegnata e sensibile speranza che esista davvero e che ci accolga. La figurazione è tradotta dalla sovraimpressione di una trama fotografica che definisce i contorni della realtà visiva, accompagnata nella narrazione che viene a crearsi dalla traccia della mano che segue la mente, ovvero il gesto disegna l’inquietudine dell’ignoto che si nasconde nel cuore dei pensieri. Un segno dopo l’altro, così il fare compone l’opera, dà forma ad una ricerca linguistica iniziata ormai da tempo da Giovanna Caimmi, nata dalla fascinazione per l’opera del pittore fiammingo Hieronymus Bosch, e in questo frangente si riconosce nello studio del “trittico delle delizie” (paradiso). Anche senza volersi particolarmente addentrare è notevole come Giovanna Caimmi abbia approfondito e sviscerato ogni dettaglio dell’autore olandese, dalla minuzia dei singoli elementi allo spessore del pigmento, dalla corposità talvolta greve del colore alla visionarietà dell’iconografia così come all’indagine mistica e filologia messa in atto proprio attraverso il lavoro artistico, ovvero il fare arte come testimonianza socioculturale. Il candore della carta è spontaneamente, e direi volutamente, incombente, quasi un gradazione cromatica, una luce voluta e ricercata, che dà e dice qualcosa in più di sé stessa, un bianco che riflette e che attrae, che disegna e assorbe tonalità e profili delle figure che affiorano, a volte abbozzate, a volte chiare e definite. Sfumato nella progressione dei grigi, il disegno si svela attraverso simboli, corpus di precise esegesi, che in alcuni casi sono parte della stessa formazione dell’artista, come anche della sua propria, intima sensibilità e attenzione. Sulla carta sono riversate immagini spesso sovrapposte, talvolta nitide, sempre da scoprire e individuare. Il colore invece appartiene alla ricerca più recente o alla scultura e al video ed il tutto convive insieme, diventa un unicum quasi indissolubile, e così vale per la stessa scenografia espositiva. L’evocazione è palpitante, i riferimenti si rincorrono e si distinguono anche per chi osserva digiuno di fedele conoscenza, ovvero, l’opera invia tanti e tali indicazioni che ognuno di noi è portato ad immergersi visivamente nell’esatta direzione in cui si è evoluta la ricerca metodologica dell’autrice. Il paradiso qui sembra essere, appunto, soltanto luce, soltanto un pretesto, un riferimento didascalico, perché le figure non sono “paradisiache”, non sono rassicuranti, non sono quelle che noi vorremmo trovare nel nostro ideale angolo d’estasi. Non è il biblico regno di Dio da dove (si narra) siamo originati, l’eden nudo e puro di Adamo ed Eva o il rifugio di beatitudine e di speranza, senza dolore e senza rancore che vorremmo raggiungere. Giovanna Caimmi ci consegna un paradiso che appartiene all’ispirazione e alla citazione, all’esperienza, così come al misticismo e all’incertezza, alla fragilità umana, e sempre e comunque alla storia dell’arte che l’ha formata. Ed allo stesso tempo troviamo nelle opere, nella complessità delle sue installazioni, la “messa in scena”, proprio come per un palcoscenico teatrale o un set videgrafico; ovvero sussiste una composizione, uno schema, che anche se originato talvolta dalla casualità, segue una struttura prospettica estremamente coinvolgente, anche questa parte dominante del progetto espositivo. Le sculture sono una presenza incombente e di contrasto, tra l’etereo e il corporeo, tra il greve e l’evanescente, chiaro e scuro, traccia e pigmento. Colori decisi, che mescolano la forma alla materia e la diversità delle superfici allo spazio. I video sono parte di queste, sono il supporto narrativo che crea armonia, che rende dinamico lo sguardo. Un’installazione complessa e semplice insieme, che possiamo definire come suggestione di un paradiso immaginifico, fatto ancor più di memorie, richiami letterari, poetiche attese, incanti onirici, come anche pennellate su pennellate di competenza, informazione, di studio, di messaggi e traduzioni, trasposizioni che passano dalla storia per abbracciare la contemporaneità. Un progetto che si è sviluppato attraverso la ricerca e il lavoro stesso, proprio partendo dalle sculture, passando dai video, traslati tramite l’animazione delle sculture stesse, passando poi dai frame per giungere all’immagine, al disegno e quindi al trasferimento su carta. Detto così sembra facile e immediato, ma non lo è. Heaven è un riassunto di questo percorso, lungo, meditato e metabolizzato, di cui senz’altro Bosch è il riferimento dominante ma assolutamente non unico. La ricerca e l’attenzione sempre viva spaziano e si confrontano in quella fonte inesauribile che è la storia dell’arte, nei suoi autori più particolari, come nell’evoluzione della sua esperienza e sperimentazione, nella dinamica di trasformazione del linguaggio in stile, carattere e distinzione, dei sogni in realtà, di ispirazione e vocazione in opera.

Fotografie di Michele Levis

CROWDFOUNDING

Per AARTIC

l'"Opera non fatturabile" 

di SANTOLO DE LUCA.

Tre splendidi dipinti esclusivi per la nostra vetrina crouwdfounding.

Inoltre, i tappeti natura di PIERO GILARDI, un disegno di ALDO DAMIOLI e le foto di BETTY ZANELLI. 

Per ogni informazione scrivete a: a.a.r.t.iniziativeculturali@gmail.com

...leggi di più

Articoli Recenti

Le mani si mettono in viaggio

di Anna Rubbini

_Support_LQ.jpg

Un viaggio programmato quello dell’opera < Support > di Lorenzo Quinn, per portare nel mondo, a partire dalla sua amata Venezia, ...continua a leggere>

Da Venezia un esclusivo fuori Biennale, alla presentazione dell'opera <Support> LORENZO QUINN  ci racconta il suo lavoro continua a leggere >

 di Anna Rubbini

"Quattro artisti per un critico"  

Porter Ducrist

In questo numero il giovane critico Porter Ducrist presenta quattro artisti, proposti in una serie di mostre monografiche nello spazio dal nome ideale ... ,continua a leggere >

"La paura fa '90...ancora."  

Santolo De Luca

…Stiamo parlando di un decennio caratterizzato da nuove e diverse istanze politiche, la rivoluzione digitale, la globalizzazione. continua a leggere >

"La paura fa '90...ancora." -Secondo capitolo

Santolo De Luca

… L’esempio più significativo che testimoniava negli stessi anni, tale cambiamento della figura del gallerista, fu senz’altro l’avvento operativo  dell’imprenditore Charles Saatchi . continua a leggere >

"La pictografia, un modus imitandi unico al mondo" di Martina Pazzi

Un tempo c’era la mano del falsario, dietro un intento imitativo. C’è ancora oggi, certo. Ma, a partire dal 2000, anno in cui i fratelli tifernati ... continua a leggere

" Maurizio Cannavacciuolo"   di A.R.

Leonardo "Il genio Universale a Roma" - Martina Pazzi

“Come accade per quasi tutte le parole, nella latitudine

semantica della parola arte convivono oggi usi e significati databili a epoche diverse...

 continua a leggere

" La pittura di Aldo Damioli " 

di Vera Agosti

Aldo Damioli è un artista che crede nell'immagine e nel suo potere di attrazione e fascinazione sullo spettatore. Per questo la difende, andando... continua a leggere

"Constellation" - Melissa McGill

di A.R.

Non ho ancora avuto la fortuna di vedere quest’opera se non attraverso il web e attraverso i racconti di Melissa McGill: una “creatura”, o creazione, che... continua a leggere

Renzogallo: opere tra pensieri, storia,spazio

di Aldo Iori

Tra le fine degli anni sessanta e primi settanta Renzogallo si forma nel clima artistico italiano e internazionale in cui diviene, sempre con forza e costanza intellettuale, attivo... continua a leggere

I Ritorni - di Giuseppe Salvatori 

Da Artista, ciò che mi ha sempre colpito e affascinato nella ceramica popolare italiana degli anni ’50 e ’60, e a cui per molto tempo non ho saputo dare un perché, è l’evidente e irrisolto ... conntinua a leggere>

Sonia Di Pietro di Vincenzo Casali

Sonia, italiana di Pavia, vive da alcuni anni a Barcellona -una città scelta per l’ammirazione e l’affinità con la sua vivacità sociale, intellettuale e creativa- dove ha curato tra le altre cose l’allestimento degli spazi... continua a leggere

Cà Zanardi Tra i Sensi di Secret Venice

 di Silvia Ferrara

Un importante evento artistico, giunto alla quinta edizione con successo, intitolato "International Art in Venice - Secret Venice" è stato ideato dall'artista Fausto Brozzi ... continua a leggere

Se apprezzi il nostro lavoro sostieni l'associazione aARTic con una donazione
PayPal ButtonPayPal Button
bottom of page