ARTE
Non possiamo negare l’attrazione e il fascino che subiamo di fronte all’arte, e anche quindi ad ogni sua declinazione, ad ogni sua disciplina. C’interessa la voce di tutti ed è di ognuno che vogliamo parlare
Angels di Giovanni Pulze
di Anna Rubbini
Particolare di un' opera in mostra Venezia Giovanni Pulze
Con grande piacere che incontro a Venezia Giovanni Pulze, artista ed amico, che ha presentato nelle sale della Scoletta della Bragora, in Campo Bandiera e Moro, la mostra intitolata Angels.
Al tema degli angeli è dedicata la parte più importante della sua opera e lo ritroviamo anche nelle diciotto tele qui esposte sui tre piani della sede veneziana.
Un tema ricorrente nell’iconografia dell’arte antica che nella versione contemporanea di Pulze non ha ascendenza religiosa o mistica ma rappresenta bensì l’opportunità, ovvero la chance che la vita di ciascuno riserva, quando meno te lo aspetti, probabilmente quando nemmeno te ne rendi conto, ma che esiste e si definisce perché provato sulla propria pelle.
E’ da un momento particolare e buio, infatti, che l’opera di questo artista trova la seconda possibilità, l’ispirazione giusta unita ad un rinnovato interesse per la sua pittura, in una felice congiunzione di momenti ed eventi, di incontri e, perché no, di fortuna improvvisa e provvidenziale.
Perché, come lui stesso mi disse qualche anno fa, < all’improvviso la fortuna può girare, le cose cambiare e in un attimo tutto può stravolgersi, ed è così che è andata !!! > Paradossalmente però, una sconfitta può segnare una fortuna: da un momento triste, critico e avverso si può riemergere, ed il nostro angelo, ci crediamo o no, è l’opportunità di riscatto.
Secondo l’autore, questo vale per ognuno di noi: tutti abbiamo, prima o poi nella vita la nostra occasione, una via di uscita, una redenzione o un’opportunità per raddrizzare il nostro destino, anche se ciò significa solo vedere il lato positivo, il vantaggio, o la convenienza del nostro agire quotidiano.
La grande capacità pittorica ed emozionale nel riprodurre paesaggi urbani e individui che distrattamente li attraversano è maturata negli anni, nella ricerca e nell’ampia produzione: resta l’utilizzo elettrizzante del colore e la minuziosa descrizione dei particolari degli edifici, storici o metropolitani, arricchiti dalle versioni più social e tecnologiche, ma sempre densi di atmosfera, di luminosità e di fascinazione.
Lo sguardo dello spettatore è portato intuitivamente a trovare l’elemento singolare - l’angelo con le ali bianche - rappresentato da una figura qualunque nella sua unicità di angelo, che vaga tra la folla indistinta e distratta, seguendo a debita distanza il soggetto da proteggere o confortare, a cui offrire aiuto nel modo più conveniente e appropriato, sia solo per donare un sorriso ed allietare il suo quotidiano.
In questa esposizione l’artista si cimenta, superbamente, con l’utilizzo del bianco e nero, esaltando non solo la tematica ma trasmettendo con questa scelta una luminosità che emoziona e seduce inaspettatamente.
Si rivela ancora più chiaramente la sua grande abilità figurativa, con una congiuntura attraente che avvolge lo spettatore e rende la rappresentazione particolarmente affascinante, quasi spirituale, rendendo più plausibile, in assenza di colore, l’idea di Provvidenza.
9 Agosto 2019
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