ARTE
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Aldo Damioli - Racconto di Paesaggio
di Anna Rubbini

Eā unāammirazione particolare quella che provo per questo artista, che ho sempre visto come un riferimento di autentica capacitĆ , di istintiva e naturale stima, non solo per lāapprezzamento speciale delle sue opere, ma per una mia personale invidiata abilitĆ , nel suo significato di talento e genialitĆ , di acume ed empatica affinitĆ nella considerazione di āesteticamete belloā, che equivale a ingegno, tecnica e sensibilitĆ , espressi con unāeleganza non sempre comune e men che meno scontata nel mondo dellāarte contemporanea.
Non essendo una critica dāarte, nĆ© aspiro ad esserlo, la considerazione sul lavoro che da tanti anni connota la figura di Damioli mi vede osservatrice forse più obiettiva e pragmatica, senza filtri di confronto, ma essenzialmente legata da una conoscenza storica e umana della sua carriera, nel bene e nel male, evolutasi attorno a svariate accezioni di āpaesaggioā o come definiscono molti āvedutaā.
Incontrandolo nel suo studio in una malinconica giornata milanese, ho assistito finalmente allāoperositĆ quotidiana di unāartista, prolifico e critico sul proprio lavoro, che anche nei bozzetti e negli studi delle composizioni delle sue opere, svela una cultura che spazia in molteplici ambiti tecnici ed esperenziali che traduce in ogni schizzo, in ogni disegno, in ogni ragionamento creativo, rendendo il suo lavoro stratificato e denso di concetti e punti di vista.
Si potrebbe stare a parlare assieme per ore: Damioli spiega il suo lavoro come se fosse la cosa più semplice, come se il suo fare fosse una conseguenza naturale del suo pensiero.
Gurdandolo concepire e sviluppare lāaspetto compositivo della sua pittura, il progetto inziale non riproduce la realtĆ nel risultato finale dellāopera. Analogamente, il riflesso dellāumanitĆ , che appare secondario rispetto alle vedute di cittĆ reali e allo stesso tempo immaginarie, non sono duplicati di abitanti delle metropoli visitate, bensƬ sono il risultato di una interpretazione contemporanea verosimile ma inesistente.
Lāesperienza dei suoi viaggi, la percezione dei luoghi visitati, siano cittĆ o musei, monumenti o distese di fiori, sono tradotte dal ricordo e dallāemozione portata a casa, che vengono riportate sul foglio bianco come facsimile, come citazione dellāattimo che gli ĆØ rimasto in mente e riporta con sĆ© come bagaglio esperienziale, come attimi di ispirazione, scene di vita quotidiana in cui Damioli interviene creando combinazioni fotografiche, degli scatti āa memoriaā, che riproducono il reale architettonico e umano cosƬ plausibilmente, da sembrare avvolto in un presente migliore quanto eterno.
La dimostrazione della ricerca e del ragionamento, mi viene descritta proprio dallāartista stesso: ogni sua opera parte dalla valutazione trovata nel disordine istintivo dellāatto creativo, dellāidea che prende forma, dalla problematizzazione del punto di vista nella resa del significato. La riproduzione delle cittĆ che lo hanno ispirato, e di cui ha sviluppato delle āserie" numericamente rilevanti, ĆØ sapientemente costruita per passaggi ponderati, rifrazioni e sviluppo progressivo del pensiero che può condurre allo scostamento dallāidea originaria ma non dellāintento propositivo e provocatorio.
Lāartista, quello che non perde mai il lume del punto dāarrivo, la personale ed esclusiva considerazione della bellezza del suo manufatto, in Damioli si esprime ogni volta, qualunque sia il paesaggio che intende rappresentare, terrestre, fantastico, umano o intimista, senza mai prescindere dalla costruzione stratificata dellāimmagine.
Il procedere per blocchi di colore, di figure, di oggetti, nella sua raccolta di opere āin progressā che riempiono il suo studio, anticipa lāincedere della luce, del gesto, componendo mano a mano la partitura dellāarmonia della scena per piani di sovrapposizione, per definizione dei dettagli, a poco a poco giungendo al risultato che solo lāautore conosce dal principio e che da spettatrice ho potuto verosimilmente immaginare.
Questa caratteristica pittorica attenta ad ogni particolare, guida lo sguardo dello spettatore in una realtĆ sospesa, dove la luminositĆ esalta le forme architettoniche degli edifici protagonisti delle vedute di Venezia New York o Parigi, della Cina o la Milano notturna; ma ugualmente io volgessi lo sguardo, questo si riconfermava sugli acquerelli, i bozzetti a carboncino o le tele abozzate, la luce riaffiorava sulle espressioni dei volti, le curve dei corpi, la profonditĆ delle loro distanze, avviluppando un poā per volta lāinsieme della composizione, dando vita ad atmosfere irreali e sospese, quasi a suggerire la volontĆ di unāaccezione intima, privata e soggettivamente rilevante del suo significato.
La scoperta delle poliedriche capacitĆ di Damioli, come pittore, come illustratore e come scenografo di ambientazioni di vita realistiche ed allo stesso tempo magiche, rende affascinante vedere lāatto esecutivo quanto lāopera compiuta.
A me suo presente spettatore, lāartista offre sempre unāinsolita e intrigante possibilitĆ di lettura per immedesimazione; la contemplazione delle sue vedute, dei suoi schizzi e dei suoi disegni apre ad un infinitĆ dāinterpretazioni che non si scostano mai da una serenitĆ di immaginazione e di riflessione, data da una certezza di rigore esecutivo e progettualitĆ che rassicura e affascina, riconoscendogli unāabilitĆ nel rendere il tempo sospeso nel presente a chiunque posi lo sguardo sul suo particolare concetto di paesaggio.
Ed allo stesso modo, quando rappresenta una folla o dei soggetti in studiata posa o movenza, lāatmosfera in cui si viene immersi esula dal reale, lāelemento ambientale, oggettuale od umano, si estrapola verosimilmente dal presente in modo librato, rendendolo cosƬ possibile e idealmente sconfinato, imperituro e costante nella sua immobilitĆ maestosa, elegante e scenografica.
In fin dei conti Damioli, esprimendo la propria creativitĆ in modo misurato ed essenziale, traduce distintamente e con garbo, con sapiente critica ed equilibrata analisi, attraverso lāuso esperto del colore e della luce, le potenzialitĆ del nostro tempo, dellāoggi come lāallora, del futuro prossimo e del possibile, togliendoci dal caos delle metropoli esistenti.
Esco entusiasmata dal suo studio, sento di aver imparato delle cose in più sulla sua arte e su cosa prova nellāanimo unāartista, mi sento parte della sua quiete composta che tutto avvolge, ĆØ un disorientamento che forse mi appartiene e in cui tutti probabilmente vorremmo calarci, per risiedere e vivere, abituandoci ad un orizzonte senza tempo e senza fine, in cui lāimmobilitĆ delle figure, il loro lieve movimento, assumono una connotazione amplificata, per me mirabile ed affascinante.
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28 Gennaio 2020
CROWDFOUNDING
Per AARTIC
l'"Opera non fatturabile"
di SANTOLO DE LUCA.
Tre splendidi dipinti esclusivi per la nostra vetrina crouwdfounding.
Inoltre, i tappeti natura di PIERO GILARDI, un disegno di ALDO DAMIOLI e le foto di BETTY ZANELLI.
Per ogni informazione scrivete a:
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