Capitolo a parte, come spesso accade parlando di Biennale, riguarda invece gli “eventi collaterali”.

Pur non riuscendo ad eguagliare le proposte di Aravena di due anni fa’, si sono affiancate anche quest’anno inedite partecipazioni, iniziative che per la prima volta si sono affacciate sulla laguna veneziana, portando curiosità e interesse per nuovi partecipanti come anche ameni luoghi espositivi.

Rinviamo agli altri articoli di questo numero alcuni approfondimenti sulle sedi dell'isola di San Giorgio a Venezia e il Forte Marghera a Mestre, ma vorremo sottolineare che resta per noi apprezzabile il grande sforzo, voluto soprattutto dalle istituzioni locali, di coinvolgere in una mostra di progettazione, e dunque di sguardo al nuovo, spazi preesistenti e potenzialmente rivalutabili non solo dal punto di vista del loro recupero storico architettonico, ma specialmente funzionale e sociale, uno su tutti l’estensione della Biennale in sedi espositive di  terraferma.

In questo, a rigore di critica, le curatrici sono riuscite nell’intento, trovando la giusta coniugazione tra storico e contemporaneo, tra recupero e scelta stilistica, che fanno ben sperare per il futuro della creatività e delle soluzioni architettoniche  del panorama internazionale.

12 Ottobre 2018