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Biennali, triennali e quadriennali – incontri artistici che sono diventati un appuntamento

A partire dalla Biennale di Venezia, dei suoi eventi collaterali e delle sue varie discipline, è sempre più ampio il panorama delle Biennali che nascono e prendono forza nel mondo. Sulla scia quindi di un progetto che vive da più di cent’anni, proprio come quello di Venezia, analizzeremo gli incontri artistici più particolari ed interessanti.

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15^ Edizione Biennale Architettura 2016: chiusura anticipata del Progetto Speciale a Forte Marghera.

Esistono luoghi inimmaginabili che fanno parte della nostra realtà urbana, che sembrano piuttosto appartenere ad  un fiabesco racconto dei fratelli Grimm.

Un luogo altamente emozionale e rievocativo, che fa da palcoscenico e contenitore di una assoluta modernità recuperata, è l’edificio 36 di Forte Marghera.

A dire il vero si è ancora nel territorio del comune di Venezia Mestre, ma non a caso la terraferma della capitale lagunare ha scelto uno dei Forti meglio conservati per collocare una derivazione della Biennale Architettura davvero “Speciale”, come l’evento che ha ospitato.

Il progetto “Reporting from Marghera And  Other Waterfront “,  a cura di Stefano Recalcati, si è concluso con due mesi d’anticipo rispetto la kermesse veneziana, domenica 2 ottobre, dopo aver accolto ben diecimila visitatori nel padiglione fronte laguna, esso stesso eccellente opera di recente ristrutturazione.

La mostra appena conclusa ha proposto i progetti più significativi di rigenerazione urbana di importanti città-porto internazionali, suggerendo un’approfondita valutazione sul recupero e la riconversione di Porto Marghera che da ex polo produttivo, marginale rispetto al contesto residenziale, può assurgere a luogo di valorizzazione della terraferma proprio per suo rapporto con l’acqua, riqualificando quei caratteri che l’ hanno resa, tra le altre simili, citta emarginata e degradata.

Puntare sulla sua attrattività grazie all’affaccio sulla laguna, sull’originalità di essere porto e specchio della vicina e straordinaria città dogaresca, rende singolare la sfida già affrontata e in certi casi vinta da altre città esemplari, scelte in questa sezione per la riuscita della loro rivalutazione secondo una comune chiave interpretativa, nel senso del superamento  di una storica marginalità e degrado, verso la reattività e la capacità di adattamento funzionale ai mutamenti socio ambientali ed economici.

Le città post industriali in cui questa trasformazione è avvenuta con maggior successo, sono tutte accomunate da un forte e vasto progetto di attività complessivo, con nuovi e diversificati caratteri, proprio a partire dal recupero e dalla valorizzazione del rapporto con l’acqua che le circonda.

 

L’esposizione è stata pensata secondo uno svolgimento temporale dello sviluppo  di aree portuali significative dagli anni  ’80 del secolo scorso ad oggi, che si sono convertite a città post-industriali, quali Baltimora, la Ruhr, Londra, Barcellona, Genova, Rotterdam, Bilbao e Marsiglia, attraverso la realizzazione di progetti ultimati o ancora in corso, prese ad esempio per fornire un contributo al ripensamento e all’analisi della riconversione di realtà italiane simili, come Bagnoli e appunto Porto Marghera.

 

Una ricerca propositiva e stimolante che può aprire molte opportunità progettuali ma anche produttive, turistico-economiche, e non ultimo residenziali, creando in tal senso un significativo  indotto di attrattività del capoluogo regionale al di qua del Ponte della Libertà .

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Anna Rubbini

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